Qualcosa non quadra. Ma questo scudetto, inatteso, agognato da 33 anni e poi vinto con cuore e dedizione, vogliamo difenderlo o no con il giusto orgoglio e soprattutto la migliore programmazione. Quesito rivolto in primis alla società, che come al solito ha un operato da Quelli che il calcio.
Dicevasi del mercato. Fermo. Immobile. Il Napoli sinora ha perso due pedine, di cui un'uscita dolorosissima, e non le ha rimpiazzate. Kim ceduto al Bayern, Ndombele via per fine prestito. Il difensore coreano è stato uno dei protagonisti della passata stagione. Sul tricolore campeggia il suo nome in calce. Difesa blindata, una saracinesca grazie anche ai suoi interventi. Non più di un paio di sbavature in un campionato intero, di cui una a risultato acquisito. Autentico idolo della continuità, Kim è volato in Baviera lasciando dietro di sè una scia di tristezza e rimpianto. Ndombele non è stato un beato dagli Dei ma ha contribuito alla causa, spesso con quantità più che qualità. Ma è servito. Meglio averlo che perderlo per dirla in modo spiccio, se un sostituto non arriva. Ci sarebbe da rivalutare Demme, che fu mattatore con Gattuso, poi finito ai margini del progetto.
Nessuno dei due partenti quindi è stato rimpiazzato. Il Napoli sinora non ha acquistato nè ingaggiato alcuno. Come se non bastasse, ci sono gravi incertezze sul futuro di altri eroi del titolo. Di Osimhen si dice e scrive quanto di più caratteristico e favolesco si possa presagire, però tuttora la firma in calce sul contratto di rinnovo non c'è ancora stata. Un'attesa snervante che alimenta dubbi e paure. Ad oggi il Psg è stato sornione, alla finestra, ma è celebre la scaltrezza negli affari degli arabi. Nessuno da queste parti se lo augura, ma l’incubo di un'improvvisa entrata in scena degli emissari del gruppo Al Thani spaventa il mondo azzurro. De Laurentiis ha quotato 200 milioni di euro il cartellino del capocannoniere della serie A. Per i regnanti del Qatar, proprietari annoiati del club parigino, trattatasi di spese per noccioline. Si sa che il mercato è imprevedibile, quando meno te l’aspetti l’affare si fa e tu resti di sasso e ci fai la figura del fesso. Anni fa chi avrebbe mai immaginato, o scritto, che Higuain si accasasse alla Juve.
A parte il super gioiello azzurro in bilico c’è anche il futuro di due gregari, ma forse a chiamarli così si sminuisce il loro valore. Zielinski a un passo dal rinnovo ma ancora con troppi se e ma. E soprattutto Lozano, sempre più distante da un accordo, e a rischio annata da esodato, in quanto restio ad accettare la scombiccherata politica de laurentiana dell’abbassamento degli ingaggi.
A proposito di ciò, va sottolineato che non si è mai assistito a cotale evento: una squadra vince uno scudetto, primeggia, vive una stagione fiabesca, eppure per ringraziamento il suo proprietario al posto di premiare con un aumento, riduce lo stipendio a tutti. Una controinflazione che la dice tutta sulla gestione Napoli. Naif forse troppo.
Essi, perché l’incomprensibile Adl è alla finestra con la mano sul malloppo, dicasi pure portafoglio e non si muove di un millimetro. Non li caccia e se li tiene stretti. Un presidente immobile, che spera forse in un saldo di fine stagione, magari a 24 ore dal fischio d’inizio di Frosinone-Napoli. Si annota pure che il nuovo diesse e lo staff dirigenziale, con la stramba assunzione del genero di Aurelio, parvenu di dubbia competenza, non vantano lungimiranza e visione globale del grande ex Cristiano Giuntoli.
Ma perché il Napoli è così frenato in campagna acquisti quando avrebbe ampie di possibilità di spesa. Risposta semplice e scontata: la solita politica sparagnina e mirata agli interessi personali del suo proprietario. Che mai come in questo caldo agosto di euro ne ha a quantità. Certo. Se gli facciamo i conti in tasca deduciamo che le casse azzurre hanno potuto beneficiare di tre ingressi ingenti. I soldi incassati dal raggiungimento dei quarti di Champions, il lauto gettone per la vittoria dello scudetto e tutti gli incassi aggiuntivi legati a marketing e merchandising e per ultimi i 65 milioni appena messi in banca per la cessione di Kim.
Non è un Napoli di sicuro povero, ma garantito con le mani tirate. E quindi il patron si dia subito una mossa. Se rimanesse fermo come ora, sarebbe un peccato partire col piede floscio in una stagione che si presenta alla portata degli azzurri, dal momento che le concorrenti di A non hanno certo fatto sinora follie sul mercato. Siamo a rivivere un copione ormai flaccido. Ci si finisce per tirare le orecchie alla proprietà anche quando vince.
(foto fone open line)