Il pari del Napoli in casa Inter è un risultato prestigioso ed incoraggiante, perché permette al gruppo Conte di mantenere saldo il primo posto in classifica, e in vista della sosta non c'è miglior benessere. Una gara che poteva però essere orientata dall'una o dall'altra parte da due accadimenti del secondo tempo: un calcio di rigore calciato da Calhanoglu sul palo, questione di centimetri, e dall'altra parte a 30' dalla fine Simone ha alzato di meno di mezzo metro la palla del colossale colpaccio. E' svanito per imprecisione del Cholito il miracolo a Milano, ma gli azzurri hanno dato prova di concentrazione (soprattutto in fase difensiva) e compattezza dopo la sciagurata sbandata casalinga con l'Atalanta.
Il primo posto è salvo, certo a un punto di sono Inter, Lazio, Atalanta e Fiorentina e il tentativo di fuga di qualche settimana fa è per ora svanito. Ma si resta in testa. E questo era l'importanza e l'assillo della vigilia. Non farso sorpassare. Cosicchè il morale possa rimanere alto quanto basta.
La partita è stata vibrante, piacevole, non spettacolare ma molto intensa, di nervi saldi. A tratti l'Inter ci ha provato di più ed ha fatto un lungo possess palla, ma il Napoli di rimessa eppoi nel finale ha sfiorato il secondo. Con un pizzico di precisione e magari di fortuna in più avrebbe potuto fare punteggio pieno. Decisiva in negativo, purtroppo, la scarsa reattività di Meret sul tiro imperiale di Calhanoglu. Ancora una volta Kvara non è stato quello dei giorni felici, mentre Lukaku dopo un buon primo tempo tutto di sponda e passaggi invitanti, nella ripresa è stato annullato dal solito, invalicabile Acerbi. A proposito di uomini muro, Buongiorno ha disputato una partita monumentale.
Un pari giusto, ma con rimpianti da ambo le parti- Lobotka non recupera e tocca ancora a Gilmour. Nei primi minuti il Napoli a stento la vede la palla, con un Inter che armeggia molto. Ma poi il Napoli prende terreno e passa su calcio d'angolo: è Mc Tominay ad infilarci il piattone e sorprendere Sommer. Lo scozzese ha avuto il fiuto del segugio d'area. Chapeau. La difesa del Napoli, la fase di retroguardia, a differenza della sbandata con l'Atalanta, è al Meazza molto attenta. Ed in attacco Lukaku e Kvara fraseggiano discretamente bene. E dai piedi del gigante nascono un paio di inviti a nozze non sfruttati a dovere dai compagni.
Così l'Inter pareggia con una prodezza individuale e soprattutto a causa di una topica del portiere azzurro: Calhanoglu tira da distanza siderale, gran calcione, la palla vira pure leggermente ma non è molto angolata e Meret si fa trovare ancora una volta impreparato, non fa un passo, parte da fermo, in ritardo e con la manona moscia. E' 1 a 1 di pura iella per i ragazzi di Conte che potevano sfruttare meglio alcune ripartenze ed invece si ritrovan rimontati.
Secondo tempo: l'Inter si precipita in attacco e colpisce un palo. Intanto, finalmente si rivede Lobotka che riprende la cabina di regia. Grazie a Gilmour per l'impegno profuso da supplente, ma lo slovacco è di altra pasta. Ma il guaio è dietro l'angolo: piove dall'Olimpo del calcio un rigore per l'Inter, il contatto di Anguissa è piuttosto leggero ma Mariani lo fischia senza indugio con tanti saluti al Var. Napoli iella due. Macchè, ii legno salvanapoli. Stavolta la mira di Calha fa cilecca di una spanna. Si resta in parità e Merret cerca di farsi perdonare con qualche buon intervento, ma la macchia sul gol non la si cancella con un paio di deviazioni egregie.
Alla fine Simeone ha la clamorosa occasione del 2 a 1 ma la alza di un soffio. E' un rigore in movimento, va sulla palla con cattiveria e sicurezza. Ma il tiro trasvola la traversa neppure di tanto Peccato capitale e tanti rimpianti. E' stata, in fin dei conti, una partita che poteva andar meglio ma pure peggio. E' andata bene così, primi si era e primi si resta, nonostante l'ammucchiata a un solo punto di ritardo.
Meret sul banco degli imputati- Contro l'Atalanta il portiere del Napoli era stato ritenuto responsabile sul secondo gol dei bergamaschi, anch'esso una prodezza balistica da fuori area. Forse quell'errore era stato meno netto di questo del Meazza. Sette giorni fa il refrain era poteva fare di più. Stavolta, invece, regge l'imperativo: doveva fare di più. La conclusione dell'ottimo tiratore turco era di quelle spettacolari, calciata con le tre dita di un piede, leggero effetto, ma centrale. Si è mosso in evidente ritardo e poco reattivo. Un mezzo errore e uno completo in due gare consecutive sono un'insolita doppietta e fastidiosa per un numero uno piuttosto costante. Nessun processo, ma è evidente che ora il ragazzo satà sotto esame per un bel po' di partite. Non ci voleva che lui perdesse lucidità, peraltro in una fase della stagione in cui la difesa azzurra sta incassando più gol delle gare precedenti, sicuramente anche per l'arrivo degli scontri diretti, dopo una serie lunghetta di partite a porta inviolata contro però squadre di seconda fascia.
Difesa di ferro, tutti concentratissimi- Buongiorno è stato il migliore in campo del Napoli. Una saracinesca, mai una disattenzione. Ma i suo compagni di reparto non sono stati di meno. Attentissimi Rrahmani ed Olivera. Su ottimi livelli anche Di Lorenzo. A Lautaro e Thuram è stato concesso il minimo. Per l'Inter, penalty a parte, è stato concesso un palo dalla distanza e una bella elevazione di Lautaro sul capitano azzurro laddove Meret ci ha messo i guantoni. Per il resto poco o nulla. Ottima guardia del Napoli indietro. Sebbene nelle ultime due partite la media dei gol incassati si è un po' rovinata, quattro in 180', ma davanti c'erano la super Atalanta (la più in forma del torneo, ndr) e i campioni in carica.
Kvara e Lukaku ancora una volta non convincono- Una certezza è che se il Napoli vuole lottare per i primissimi posti avrà bisogno, tanto bisogno, dei gol dei propri attaccanti. La coppia georgiano-belga è come numeri la terza del campionato ma le prestazioni troppo altalenanti, tendenti spesso al grigio. Contro l'Atalanta fantasmatici, al Meazza benino Lukaku nel primo tempo ma solo come sponda, centravanti boa, ma nessun tentativo di tiro in porta. A Kvara non è quasi mai riuscito di saltare l'uomo e in fase conclusiva non ha creato nulla. In due gare per entrambi altrettante apparizioni al di sotto della sufficienza. Kvara dopo un inizio stagionale brillante ha accusato un evidente calo. O comunque una preoccupante discontinuità. Il prediletto di Conte, costato una cifra esorbitante, non ha ancora convinto nonostante i quattro gol ed altrettanti assist. Ma siamo proprio sicuri che per 40 milioni non si poteva trovar di meglio per il centro dell'attacco. Questa scelta azzardata di Conte rischia di pesare molto sugli esiti di questa stagione e magari di stizzire un presidente dagli sbalzi d'umore troppo marcati.
(Foto fonte Mondonapoli).