Battere un Monza che non è più la sorprendente e scintillante squadra che fu di Palladino non è stata la più grande delle imprese, ma comincia ad impressionare la solidità di un gruppo che è sempre al massimo della concentrazione, non concede nulla o quasi agli avversari, non accusa cali nè sbandamenti nei 90' e più, ed ha infine costruito una solidità difensiva da fare invidia. Questo è il nuovo Napoli di Antonio Conte. Grandi, immensi i suoi meriti. Che ha trovato la migliore terapia per piedi, testa ed ambizioni di un gruppo che appena pochi mesi fa vacillava sull'orlo di una crisi di nervi. Il Napoli di oggi è tutta un'altra storia. Una storia che comincia ad essere bellissima. Benefici decisivi anche per la qualità di una rosa costruita mattone dopo mattone su altissimi livelli, un organico completo ed ampio, che addirittura vede giocatori di grande spessore che devono accontentarsi di spezzoni di partita, ma quando entrano lo fanno con un vigore ed una voglia davvero encomiabili, vedesi nell'occasione Raspadori e Neres.
Impossibile non pensare che questa squadra non possa competere per il titolo, poi vincerlo sarà un racconto diverso ma intanto ci sono tutte le basi per crederci e provarci sino in fondo.
Napoli splendido splendente. Domina e non rischia nulla- Conte schiera la formazione ufficiale, il meglio della rosa, gli 11 prediletti. contro un Monza rabberciato per i tanti infortuni. L'avvio deli ospiti è baldanzoso, per nulla timidi, quasi sapessero che le loro chances sono al lumicino ed allora non abbiamo nulla da perdere. Di fronte, il Napoli s'avvia modello diesel, dapprima è lentopede e ingessato.
Ma l'impressione è di breve durata: Politano sfugge sulla sua corsia ed infila un rasoterra che è la sua prima volta in stagione. Napoli in vantaggio in una gara che nelle prima battute sembrava attorcigliata. Il raddoppio nasce da un'esibizione di pressing ed intensità contiane che sono l'emblema del modus pensandi del tecnico leccese: pressing, palla rubata, rimpallo fortunoso questo si su Mc Tominay e conclusione magistrale di Kvara. Due a zero, e il Napoli brilla. Assume il totale controllo del gioco, il Monza imbelle. Solo Lukaku si vede poco, il gigante belga è impalpabile. Si sacrifica ma in fase offensiva non incide. In ogni caso, gli azzurri vanno al riposo dopo il primo tempo con la dolcezza nel cuore. E con i tre punti virtualmente in naftalina.
Nella ripresa, il Napoli può permettersi di abbassare un po' la tensione, anche perché il Monza non fa paura più di tanto, nonostante un aumento di possesso palla, ma il tutto si spegne ad una ventina di metri da Caprile. Perché la difesa azzurra fa ottima guardia e copre ogni pertugio. Si scivola soavemente verso il fischio finale. Conte come da copione dà spazio nel finale a quelli che giocan meno. E tutti felici a casa.
Quei tre elementi a favore del Napoli nella lotta scudetto- E' presto per sognare, il campionato è appena all'alba del suo lungo corso e le rivali sono attrezzate quanto mai. L'inter ha già delle certezze insite nel proprio genoma, anche se negli ultimi anni nessuna delle scudettate è riuscita a ripetersi l'anno successivo. Però la squadra è indubbiamente di una forza suprema, soprattutto se Lautaro dovesse tornare si suoi livelli. Anche la Juve s'è rafforzata, in attesa di trovare l'equilibrio ideale in zona gol. Il Milan è in crescita, dopo che Fonseca aveva vissuto più giorni sulla graticola.
Ma il gruppo Conte ha tre fattori che possono fare la differenza di qui al 25 maggio. Il primo si chiama proprio Antonio Conte. Il Napoli ha dalla sua il più bravo e decisivo, dati alla mano, allenatore del campionato. E' l'uomo in più. che spesso ha spostato gli equilibri. Inzaghi ha maturato esperienza, Thiago è un giovane in ascesa, ma il Bell'Antonio ha quel quid in esperienza, carattere e personalità in più, nonchè un metodo tutto suo per portare ai livelli estremi il rendimento di ogni giocatore. E' il motivatore di ferro per eccellenza che le rivali non hanno.
Secondo: gli azzurri non hanno le Coppe. Se questo penalizza alcuni giocatori che avranno meno occasioni per mettersi in mostra, consente però all'allenatore di organizzare la cosiddetta settimana tipo. Da lunedì si pensa solo al fine settimana successivo senza interruzioni settimanali, Coppa Italia a parte che comunque è un obiettivo di primaria importanza. Inter, Milan e Juve perderanno di sicuro energie lungo il percorso, soprattutto con la nuova e logorante formula della Champions League che prevede anche di giocare il giovedì sera quindi molto ravvicinati alle gare di campionato. Ci passa un abisso nella gestione di una squadra nel preparare la tiratissima sfida europea dopo 72 ore ed avere tempi e margini di studio ed analisi lunghi una settimana. Giochi su un solo fronte e puoi dare di più, ecco la sintesi di una realtà che potrebbe essere decisiva per i colori azzurri.
Terzo elemento è la qualità della rosa. E' ancora presto per dire se questo Napoli sia all'altezza dello scudettato di Spalletti, ma se il buongiorno si vede dal mattino. Certo, Lukaku arranca ancora e se ci fosse ancora Osimhen, ma il livello del gruppo è di eccelsa valore. Gli acquisti di Mc Tominay e Neres per citarne due sono altrettanti innesti che alzano il livello di competitività. L'organico Napoli non è secondo a quello dell'inter che appare la rivale più accreditata. L'unica incognita resta Lukaku. I nerazzurri schierano super Lautaro, il Lukaku di oggi è ancora lento e un po' legnoso. Per competere col Toro di inzaghi il belga dovrà non diciamo tornare quello dell'inter di tre anni fa, ma assomigliare quanto più possibile a quel super attaccante. Alla fine la differenza attenzione la potrebbe fare proprio il rendimento della punta centrale ed in questo l'Inter è ancora favorita, ma per il resto dei due gruppi siamo in equilibrio. Inoltre, le motivazioni del Napoli potrebbero essere maggiori di quelle interiste, laddove appena pochi mesi fa si brindava allo scudetto.
C'era una volta Antonio Conte l'integralista- Ma non era l'allenatore del dogma difesa a tre che non si tocca. Quello troppo rigido nell'adottare un modulo. Sotto il 3-5-2 nulla. Ed invece. Ci si preoccupava di come ci si potesse organizzasse a tre con due terzini come Di Lorenzo ed Olivera. Semplice. Conte da professionista intelligente ed elastico è passato in un battito di ciglia, e senza patemi, al 4-3-3, così caro ai tifosi e a tutto l'ambiente. Nel finale col Monza addirittura ha riplasmato la squadra con un 5-4-1. Ottimo. l I grandi allenatori hanno il dono della duttilità. Ed Antonio Conte ha rassicurato tutti.