in onda ogni domenica alle 21 su OttoChannel (canale 16 DT). Oltre al ricordo di Maradona, l'ingegnere ha parlato del Napoli attuale. «Se può vincere lo scudetto? E’ una squadra che sta giocando molto bene, è quasi uguale allo scorso anno nei titolari, ha più cambi all’altezza ma soprattutto scende in campo con la convinzione di essere la più forte. Spalletti, ottimo allenatore, li ha convinti che loro sono i più forti e alla fine lo sono veramente. L’anti-Napoli? Pensavo il Milan, forse lo è ancora. Ma la domanda che mi pongo è: esiste un anti-Napoli? Se continua a giocare così non c'è. La Juventus aveva iniziato malissimo ora sta andando meglio, ma penso che il Milan sia l'avversario più temibile. Vedo sempre le partite del Napoli, ma sono troppo tifoso e quindi sempre e solo il primo tempo, voglio salvare il mio cuore. Poi sento il risultato e sono felice». Ferlaino ha parlato anche del rapporto con De Laurentiis... «Non do consigli a De Laurentiis, ogni presidente ha un proprio carattere. Lui fa bene a fare quello che fa, forse è un po’ troppo romano, non è napoletano. Quando parla stento a capirlo ma va bene così. Lui mi ha invitato ad alcune partite. Un invito per giugno? Me lo aspetto, a giugno, se sarò a Napoli… Perchè comunque vada sarà un magnifico campionato. Mi farebbe piacere andare a vedere l'ultima partita di questa stagione allo stadio, se mi invita…». L'ingegnere ha poi detto la sua su Kvaratskhelia, Spalletti e Osimhen... "Il georgiano è un grande giocatore, ma il Napoli ha giocato benissimo lo stesso e ha vinto tre partite senza di lui. Il georgiano salta l'uomo, è veloce, ma sulla sinistra ce ne sono diversi forti. Prima c'era Insigne, ma aveva un altro tipo di gioco e di carattere rispetto a lui. Spalletti? Gli allenatori li giudico per il carattere. Quando iniziai a fare il presidente l’allenatore faceva tutto, anche il preparatore atletico. Ora c'è uno staff e l'allenatore comanda. Spalletti, che è molto bravo, ha allenato molte squadre e all'inizio del campionato sono andate sempre tutte bene, spero continui ad andare bene per tutto il campionato col Napoli. Osimhen? E' un giocatore molto veloce, molto determinato, segna pure di testa dove ha mostrato ultimamente di essere molto bravo. E’ un grande centravanti, ma diverso da Carece e Savoldi, tra gli attaccanti più forti che ho ingaggiato. Careca era più tecnico, non si possono fare paragoni tra periodi storici diversi».
Tanti i passaggi di Ferlaino su Maradona, dalla tristezza per la scomparsa ("Diciamo che non lo hanno aiutato e sono buono. Due anni fa provai tanta tristezza") ai ricordi e ai paragoni attuali. "Per me non esiste proprio il paragone Maradona-Messi, non c'è e basta, lui era carismatico… La differenza, rispetto ad altri campioni, è che lui, oltre a essere un grande calciatore, forse il più grande che abbia mai visto, in campo aveva grande carattere. Diceva ai compagni: “se state in difficoltà date la palla a me e non vi preoccupate”. Dava sicurezza a tutta la squadra. L'opposto di Messi? Non me lo fate dire…. Quando presentammo Maradona nel 1984 non era per me chiaro che si stava facendo la storia del calcio… Non potevo proprio pensare che nelle piazze di Napoli sarebbe apparsa ancora oggi la sua foto… Quando parlo di Maradona mi vengono le lacrime agli occhi, lui ha dato più di tutti al Napoli…. Cassano dice che il mio Napoli ha vinto con degli scappati di casa più Diego? Ma perché Cassano parla pure? E chi gli ha insegnato a parlare? Non vale neanche la pena rispondere a questa domanda…». Infine un ricordo della vittoria per Ferlaino più commovente, quella della Coppa Uefa. «La vittoria di Stoccarda è stata molto emozionante, ebbe un grande significato. Quando finì la partita presi la coppa e la portai in macchina: nella strada dallo stadio all'aeroporto c'erano tutte le strade imbandierate, mi emozionai moltissimo e ancora oggi piango (il presidente si commuove veramente, ndr). Vedere tutte quelle bandiere azzurre, tutti quei meridionali che si erano identificati con Napoli… per loro fu un senso di rivincita, avevamo dato loro spirito e coraggio, perché magari erano maltrattati o umiliati in Germania. Fu una cosa meravigliosa. Ho 91 anni, ho vissuto molto, ho avuto moltissime giornate belle anche al di fuori del calcio, ma quella di Stoccarda penso sia stata la giornata più bella della mia vita».