Lunedì, 22 Dicembre 2025 19:47

Napoli da mille e una notte. Sotto il cielo d'Arabia vince la terza. Azzurri fantastici!

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Mille e più applausi per una notte magica. Epica. Di quelle che solo le stelle del deserto arabico sanno regalare.

Il Napoli vince, anzi stravince, la sua terza Supercoppa italiana. Sei finali, tre successi. Sinora aveva sempre battuto nella gara decisiva la Juve, nei due precedenti exploit. Stavolta, a differenza del dicembre di 11 anni fa non ci sono voluti gli stressanti rigori, il dominio dei ragazzi di Conte è assoluto. Superiorità netta e contro il Milan e in finale con il pur valoroso e sorprendente Bologna di Italiano, che però non è mai entrato in partita e quasi mai ha creato pericoli dalle parti di Milinkovic. 

Il brutto ricordo della sconfitta del Dall'Ara è stato archiviato con una prova di maturità e qualità elevatissime. Il protagonista della serata Neres. Autore di una doppietta, il brasiliano prenota un posto in prima fila nella Selecao di Ancelotti. Due reti a parte, il fenomenale paulista ha giocato al top per la squadra, mai un movimento sbagliato, talvolta ha anche cambiato fascia. Un diavoletto inafferrabile, inoppugnabile anche nelle vesti di assist man. Un attaccante completo, che sa segnare e mette gli altri in condizione di farlo.

Encomiabile anche la difesa. Fuori Buongiorno, dentro Juan Jesus una scelta che sul principio ha alimentato qualche dubbio ed anche sospetto. Ma il brasiliano di dietro come quello d'attacco è stato la firma perfetta in calce a una partita di alto profilo, così come era stato quella contro il Milan. 

E dire che gli azzurri non erano sbarcati a Riyad fra i favori del pronostico. Reduci da due flop a Lisbona ed Udine. Ma Antonio Conte ha saputo rivitalizzare la squadra. Rianimarla. Darle ossigeno e motivazioni giuste. Oltrechè un assetto tattico invidiabile. Conte s'è rivelato tecnico dalla splendida duttilità tattica, capace di cambiar modulo in base alle esigenze, agli infortuni, purtroppo continui e ripetuti. Eppure, la bravura di Antonio è stata anche più forte di una rosa ridotta all'osso. Costui ha saputo far di necessità virtù e senza Anguissa, senza De Bruyne e Lukaku ed altri, ha portato a casa un trofeo che dopo le magre del Friuli sembrava inafferrabile.   

Una partita da lampada del genio- Il Napoli comincia sprecone, Elmas a tu per tu con Ravaglia la sputa fuori. Errore marchiano, quasi da sberle. Ma quando attacca il gruppo Conte si fa rispettare. Il macedone spinge bene sulla sua fascia ed impegna ancora il portiere rossoblù. E con lo scorrere dei minuti gli azzurri si fanno più pericolosi ed aggressivi. 

Splendido inserimento di Spinazzola ed ancora una volta il malefico, ma bravissimo, Ravaglia ci mette la manona, stavolta quella di richiamo. Ma la classe e l'imprevedibilità di Neres ci riescono. Esilarante il suo tirone dalla distanza, parabola a giro sulla quale anche un ragno come Ravaglia può nulla. Vantaggio meritato del gruppo Conte.  Al riposo con gli azzurri che paiono avere il controllo della gara.

In avvio di ripresa, il Napoli sfiora il raddoppio, purtroppo per Conte l'estremo difensore bolognese è in serata di grazia. Però la superiorità straripante del Napoli è premiata da un tocco di buona sorte. Pasticcio difensivo del Bologna, una palla persa, la ruba Neres che realizza il 2 a 0. Coppa in frigo. Intanto, dentro Lang e Gutierrez per Elmas e Spinazzola. Si sfiora a spron battuto il terzo gol. Molti e seriali gli errori di mira sotto porta, mentre il Bologna non spaventa più di tanto Milinkovic. Finisce così. Nel boato di un ennesimo e meritatissimo nuovo successo ad arricchire la bacheca. Si dica la verità, ormai i napoletani ci stanno prendendo gusto.

Due trofei in un solo anno non succedeva da...- Era dai tempi di Maradona, del Pibe, che il Napoli non centrava due exploit nel medesimo anno solare. Dopo oltre 30 anni, e qualcuno in più, ci riesce Antonio conte. Ci riesce una squadra falcidiata dagli infortuni e che in campionato e Champions aveva sofferto di discontinuità, ma che nel momento decisivo, quello di portare a casa la prima coppa della nuova stagione, s'è trasformata e fatta trovar pronta. Ci è riuscito un presidente, inviso alla maggior parte della tifoseria, ma capace di tenere altissimi livelli di competitività della squadra, nonostante la regolare cessione dei campionissimi esplosi o riconfermatisi tali all'ombra del Vesuvio. Un evidente segnale di classe generale e di un ambiente che, benchè abbia qualche carenza in una società gestita in modo piuttosto familiare, si rivela di anno in anno ben strutturato e capace di vincere contro le nuove multinazionali del calcio italiane, maneggiate da gruppi stranieri nei quali spesso non si capisce chi lo fa e chi non dovrebbe.

Quel ragazzo di San Paolo che ha sbalordito anche i più scettici- David Neres è oggi l'uomo della provvidenza. E delle imprese. Proprio lui che fino a poco tempo fa era quello degli ultimi 20 minuti, neppure 30. Quello che sapeva spaccare la partita e dar ritmo da subentrante. Ma se partiva titolare gli mancava sempre lo step decisivo. Invece oggi il Napoli ha il sorriso a cento denti bianchi del mulatto paulista. Un giocatore completo, che sulla fascia destra sta riuscendo a far dimenticare le gesta nobili di Kvara. Neres è il calcio elevato alla potenza della precisione. Fa gol con regolarità, si sacrifica. Lo trovi dappertutto. Anche dove non immagineresti mai che ci fosse. Classe nobile, è oggi lui l'uomo miracolo. Speriamo resti a lungo in azzurro. Quanto più a lungo possibile. 

Un appello con un sorriso amaro- In conclusione, si rifletta su un cambiamento epocale che desta tristezza. I petroldollari attirano e fanno cassa. Ma il calcio internazionale delude. Il grande circo ormai atterra sempre più frequentemente in paesi che non rispettano diritti umani, che sono in cima ad un triste elenco di nazioni accusate da organizzazioni come Amnesty International di applicare con regolarità la pena di capitale e di non accettare alcuna forma di opposizione a regimi totalitari, di stampo feudale. Ciò non fa onore a nessuno spirito sportivo. Qatar ed Arabia, due mondiali nel giro di otto anni. Tanti stadi da favola e soldi che scorrono intrisi di sangue e dolore. Che almeno l'Italia si riprenda in casa propria la Supercoppa. 

(Foto fonte Napoli Today).

 

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Enzo Famiglietti

Nato a Napoli alla fine degli anni sessanta.Inizia la sua carriera giornalistica a metà degli anni novanta presso il quotidiano sportivo di breve durata Campania Sport e poi diventa redattore alla Verità di Napoli-Napoli più, dove si occupa delle pagine dedicate al Napoli ed anche dell'impaginazione delle altre sportive. Ma la sua passione resta il calcio. Negli anni successivi collabora, come redattore, al Corriere del Pallone e negli anni recenti a vari siti web Per sempre Napoli, 87 tv e successivamente ilcuoreazzurro.it

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