Ne sottolinea l' efficacia mediatica e la sua capacita di saper sfruttare al meglio i social media come cassa di risonanza con potenzialità enormi, a tal punto che nella diretta Facebook del 19 aprile il governatore campano ha superato, addirittura doppiato, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, live dalla Casa Bianca.La diretta del presidente USA avveniva in contemporanea a quella del presidente della regione Campania e mentre Trump raggiungeva circa 70mila utenti live, De Luca ne sfiorava i 113 mila.
Ecco lo stralcio dell' articolo de "La Repubblica".
Un “impero” comunicativo che in parte esisteva già prima, tanto da aver convinto Maurizio Crozza a portare il presidente della Regione Campania nel suo Pantheon. Ma l’emergenza virus ne ha rinverdito i fasti. E la nuova miccia si colloca forse al 20 marzo. "Se qualcuno vuole fare le feste di laurea gli mandiamo il lanciafiamme", proclama il governatore in video. Non una novita assoluta: degli strali di De Luca contro gli “imbecilli” erano piene già le cronache, a cominciare dal povero ragazzo che nella sua Salerno aveva osato graffitare un “ti amo” su un muro. Ma quel lanciafiamme era l’apertura della sua campagna contro il virus, e piacque talmente tanto che si registrò quel giorno un picco, 113mila followers, che risultarono quasi il doppio dei 69mila raccolti dal “punto Covid” che quello stesso giorno stava facendo Donald Trump dalla Casa Bianca.La scoperta del mondo social ha ora portato De Luca anche a comprarsi uno smartphone, lui che ai cellulari ha sempre dedicato poco spazio politico. La paura per il contagio gli ha costruito addosso la corazza perfetta, quella per passare indenne attraverso ciò che lui chiama “politica politicante”, ovvero i “chiacchiericci”, i problemi politici, le alleanze per le elezioni e così via. Tutto spazzato via. Lui, la sua scrivania e lo sfondo blu del suo studio sono divenuti quasi un tutt’uno per chi lo segue ammirato. Prima del virus almeno una mediazione c’era, un giornalista che in quello stesso studio gli faceva domande per una rubrica settimanale di “Lira Tv”, emittente della sua amata Salerno. Dopo il virus la rubrica è paradossalmente diventata una conferenza stampa, una esternazione settimanale, lui e il microfono, senza neanche più quel giornalista.
Svolta dovuta ovviamente alla impossibilità di convocare riunioni nella sede della Regione. Ma il nuovo format trionfa. I toni sopra le righe non solo sono sopportati, diventano invece il fattore principale di consenso. Arrivano le prime mascherine dalla Protezione civile, lui le esorcizza, "Sono quelle del coniglietto Bunny" e in Campania tutti riscoprono i cartoons della Warner Bros. Proclama che "la Campania chiuderà i suoi confini" e nostalgici e non delle Due Sicilie cominciano a chiedere che il sud si liberi prima dei laccioli imposti da un virus che parla soprattutto lombardo. “Bestie”, urla a chi non indossa la mascherina, e giù colonne di “Bravo preside’, faglielo capire”. Standing ovation virtuale quando scopre che per strada improvvisamente si sono riversati a correre "cinghialoni della mia età coi pantaloni alla zuava". Anche quando va ospite da Fabio Fazio, il discorso razionale sui rischi che corre la popolosissima Campania scivola appena sulle onde dell’audience: il giorno dopo la rete è in delirio per il “fratacchione” rivolto al conduttore tv.
Una sola causa finora non gli è andata bene, quella per l’anticipo del voto a luglio. Ma è un tasto che De Luca, conscio di cosa sia la “politica politicata”, si è guardato bene dal toccare finora sui social.