La situazione del contagio da coronavirus in Spagna sta assumendo connotati sempre più drammatici. Mentre in Italia il numero di morti (2,978 ) potrebbe oggi superare quello della Cina (3249), infatti, in Spagna la diffusione del virus prosegue con una progressione del 25% dei casi al giorno e si concentra soprattutto a Madrid. È negli ospedali della capitale che — secondo quanto riportato dal quotidiano El Pais — ci sarebbe un morto ogni 16 minuti. I ricoverati sono oltre tremila: e il bilancio di El Pais non include le persone decedute in casa o in altre strutture socio-sanitarie.
Nella serata del 18 marzo, il re di Spagna Felipe VI ha lanciato un appello alla nazione — il secondo durante il suo regno — spiegando che i contagi diagnosticati sono 13.801, i decessi già 598, e chiedendo unità. «È una crisi che stiamo combattendo e che stiamo per superare e vincere. Questo virus non ci sconfiggerà, è una parentesi nelle nostre vite. Torneremo alla normalità».
Da lunedì, la Spagna è tutta zona rossa. È stato istituito il divieto di circolazione e spostamenti, salvo ragioni imprescindibili, più o meno come in Italia; la possibilità per lo Stato di prendere la gestione delle industrie e delle compagnie energetiche (gas e petrolio). Al ministro degli Interni sono stati avocati i poteri su tutta la polizia, incluse quelle locali e regionali; disposta la chiusura di tutti i locali e i luoghi pubblici (parchi cittadini e nazionali inclusi) e degli esercizi commerciali, con l’eccezione delle farmacie, dei supermercati, benzinai, edicole e tabaccai. Le ragioni per le quali i cittadini sono autorizzati a uscire di casa e a circolare (in auto o a piedi) sono analoghe a quelle contemplate dal decreto italiano: fare la spesa, andare al lavoro o in banca, dal medico o nei centri sanitari, per assistere anziani e malati, rifornirsi di carburante.
Fonte:corriere dellla sera