In linea di principio la Roma attua una strategia di gioco piuttosto semplice da decifrare, sia in fase di possesso palla che in quella di non possesso, la qualità degli uomini che compongono la rosa e le preziose indicazioni del tecnico portoghese, professionista esperto e capace, spesso, rendono però tremendamente efficace la sua squadra nello svolgimento delle partite fin qui giocate.
Fase di Costruzione della Manovra
La Roma preferisce non tenere troppo il pallone tra i piedi nella costruzione della manovra, spesso, infatti, si affida a precisi e costanti lanci dalla difesa, con il compito di azionare soprattutto i tre uomini avanzati (3-4-2-1), una volta superata la linea del centrocampo avversaria spesso Zaniolo, elemento dotato di fisico e di spunti di gioco notevoli gestisce il pallone alla ricerca o di letali 1vs1 oppure gioca con Abraham per cogliere in difficoltà le squadre avversarie.
Fase di Progressione e Rifinitura
Una volta arrivati sulla trequarti avversaria Zaniolo quando Abraham non si è abbassato per giocare sui centrocampisti ha due opzioni:
- Giocare stretto con Tammy Abraham in combinazioni veloci a cui partecipa spesso l’altro trequartista, cosa che vedremo con più frequenza domenica per l’assenza di Zaniolo e la presenza in campo di Dybala, strutturalmente diverso dall’attaccante italiano e più propenso a giocare il pallone appoggiandosi sulle punte e negli spazi stretti;
Giocata su uno degli esterni “tutta fascia” che accompagnano spesso le azioni, soprattutto quando in campo c’è Stephan El Shaarawy che genera pericolosi 1vs1.
Fase di non possesso
La Roma difende con un blocco basso di due linee, una schierata a cinque elementi con gli esterni che si abbassano sulla linea dei difensori ed un’altra che è formata dai due trequartisti e dai centrali di centrocampo, di solito solamente la punta centrale rimane piuttosto alta per generare le ripartenze, anche contro il Napoli abbiamo potuto constatare che, nonostante la squadra fosse stata messa in campo con il 5-3-2 con l’arretramento di Pellegrini, trequartista sinistro, sulla linea di centrocampo come mezzala, Zaniolo abbia spesso agito come esterno destro, in modo da arginare la fisicità di Kvicha Kvaratskhelia su quel versante di gioco.
Quasi mai la squadra va ad aggredire alto le squadre avversarie, forse l’unica volta che Mourinho ha imposto ai suoi questo atteggiamento tattico fu proprio contro il Napoli all’Olimpico nella gara di andata quando il tecnico di Setubal impostò un vero e proprio sistema di marcamenti “uomo su uomo” con Spinazzola su Di Lorenzo, Zaniolo che controllava nella zona Olivera e gli intermedi che salivano altissimi sugli esterni alti del Napoli (Ibañez su Lozano e Mancini su Kvaratskhelia).
Il Match di Andata
Per ovviare a tutte le soluzioni che Mourinho adottò in campo per arginare il Napoli, Spalletti nel match dell’Olimpico giocò con gli esterni bassi Di Lorenzo ed Olivera che spesso entravano nel campo di gioco per fungere da vere e proprie mezzali e bypassare il marcamento ad uomo che Pellegrini effettuava spesso su Stanislav Lobotka, a fare da regista fu spesso Piotr Zielinski. Gli attaccanti del Napoli che, in fase di rifinitura della manovra si mantennero molto larghi, allorquando il possesso palla dal basso riusciva a disallineare il compatto sistema difensivo messo in piedi dai capitolini, si accentravano spesso per cercare frequenti 1vs1 contro i difensori della Roma, come dimostra anche il gol di Osimhen, nato da una combinazione in costruzione di Kim Min Jae e Di Lorenzo che sfocerà in un passaggio per Politano e da un lancio di quest’ultimo per Osimhen che fulminò Rui Patricio dopo aver vinto un duello contro Smalling.
Insomma, una Partita a Scacchi che ci dirà se il Napoli potrà allungare ulteriormente sulle inseguitrici e che potrà certificare la forza di una squadra che sta disputando un campionato davvero superlativo.