Martedì, 19 Dicembre 2023 20:49

Napoli, che mazzata per colpa di quella "Mazzarrata". Lacrime e brutte voci sul tecnico

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Il cinepanettone in programma il 30 dicembre, come remake a 40 anni dalla prima storica edizione, non sarà nulla in confronto a quello più sconvolgente e comico di sempre, andato in onda al Maradona in una temperata notte di coppa.

Gli azzurri ne incassano ben quattro di pappine, al cospetto di un pubblico depresso e choccato, e vengono gettati fuori dalla Coppa Italia a calci nel cul da un Frosinone autentico e vero, una squadra da Oscar, in lizza per la nomination di strarivelazione dell'annata '23-'24. Ancora una volta, per il terzo anno di fila, gli ottavi di finale sono tabù per il Napoli, uscito dal campo pesto ed intontito, preso a sberle da una squadra ospite che è andata al di là di ogni roseo pronostico, ma soprattutto punito dalle scellerate decisioni di un allenatore, Walter Mazzarri, che a questo punto è sembrato poco lucido e del tutto sfasato. 

Non c'è dubbio che la sfida col Frosinone sia stato uno dei peggiori filmacci dell'epopea de laurentiana  al Napoli. Uno spettacolo da lancio di pomodori dalla platea, come nei teatri di una volta, ed un risultato, eliminazione senza appelli, deprimente e che rimbomba come una condanna assoluta. Soprattutto per l'operato di Mazzarri che a questo punto si è abbasssato ai livelli di Garcia; e per la squadra, in cui nessun giocatore si è espresso ai limiti della sufficienza. Tre sconfitte nelle ultime quattro gare fra campionato e Coppa Italia, ed in tre di queste il gruppo Mazzarri non è riuscito a segnare neppure un gol, mentre in tutte e quattro la difesa è apparsa di burro e di gol ne ha subìti ben nove. Numeri da dramma calcistico. Altro che i campioni dell'Italia siamo noi, qui si passa da champagne e stuzzichini allo scuorno di napoletanissima tradizione.  

Addio alla Coppa Italia dunque con lacrime e nervi tesi, Sciupato, gettato al vento quello che poteva essere un importantre obiettivo stagionale, se si vauta che il Napoli è già da tempo fuori dall lotta scudetto e le possibilità di proseguire il cammino europeo sono a questo punto ridotte al lumicino. La Coppa Italia poteva essere l'occasione di sollevare un trofeo. Nulla da fare. Vanificato anche questo dalle scelte incomprensibili di un Mazzarri che ha fatto di tutto per assomigliare a Garcia, e qualcuno magari avrà anche rimpianto il reprobo Monsieur.  

Le colpe del tecnico azzurro? Mazzarri ha adottato un turn over troppo spinto. Inopportuno ed incomprensibile. Emblema di presunzione e disattenzione. Di perdita di contatto con la realtà. Praticamente dei titolari, a parte il rientrante Mario Rui e Natan non ha giocato nessuno. Un azzardo da casinò per ricchi pensionati. E lo si è visto in campo. Gli azzurri sono stati macchinosi, imballati, quasi mai incisivi in attacco. Un'impresa improba l'aprirsi spazi. Il Frosinone, da par suo, non è stato da subito per nulla timido, atteggiamento spavaldo e molto sciolto, tipico della provinciale che ha poco da perdere e gioca con la mente sgombra da pensieri ingombranti. Così leggeri che hanno accusato un solo un momento di svampimento, i pur bravi ciociari: ne approfittava Simone ma l'azione era stata viziata da un braccino di Lindstrom. Anche se l'arbitro non ha considerato che la palla è poi rimpallata sui piedi di un frusinate. Quindi la rete poteva essere convalidata. Quest'anno il Napoli non è per nulla fortunato con gli arbitraggi. Sarà mica che qualcuno gli si è messo contro per l'ostracismo di Adl nel caso Spalletti-nazionale.  

Al riposo nel primo tempo, a reti inviolate ma con la falsa illusione di leggero aumento di intensità da parte del Napoli 2. Nella ripresa, Mazzarri si ravvedeva, costretto dal peso piuma dei suoi ragazzi in attacco, e inseriva i tenori, Osimhen e Kvara, oltre ad un altro pò di prime donne. Ma nessuno deviava il corso di una delle più deludenti partite della storia azzurra. A sorpresa sono stati i ciociari a passare in vantaggio sull'ennesima sconsideratezza difensiva dei fu Campioni d'Italia. Il raddoppio del Frosinone non era la banale sbavatura di dietro, ma un classico harakiri con sconsiderato retropassaggio. Maradona gelato. Napoli allo sbando e fulminato. Per la cronaca i ragazzi di Di Francesco nel finale hanno fatto anche il terzo ed il quarto, mentre il Napoli sino ad alllora non era riuscito ad immaginarsi neppure una sola occasione da rete e s'era del tutto disunito. Ipnotizzati gli azzurri nell'ultima mezzora, assolutamente fuori dalla gara, come mai negli ultimi anni. Ma chi erano, quella della retrocessione in B con 14 punti, annata '98, una delle migliori vinicole ma la peggio della storia Napoli. 

Ed ora chissà cosa succederà. Che il Napoli si presenterà sabato all'Olimpico con il rischio morale sotto le scarpette. Non sarà facile digerire l'eliminazione casalinga a vantaggio di una neopromossa, Cenerentola, provinciale etc etc. Non solo perché si dice addio ad una manifestazione che poteva vedere il Napoli chissamai protagonista, ma anche per come è maturata. E per il mostruoso punteggio, zero a quattro. Cose da matti. 

Sarebbe forse bastato che Mazzarri schierasse la migliore formazione e non pensasse di poter vincere contro una squadra molto competitiva con una banda del tutto strampalata, con uomini che non avevano mai giocato insieme e nel caso di Demme non giocavano una partita intera da anni. Nessuno lo potrà dire, di sicuro Monsieur Walter ha fatto di tutto per complicarsi la vita. E vanificare quel poco di buono che si era messo in conto fra Bergamo, la Champions ed il Cagliari.

E a tal proposito circolano pettegolezzi poco simpatici proprio sul conto di Mazzarri. Che non sarebbe più quello di una decina di anni fa, che avrebbe perso smalto, vigore e capacità di analisi e concentrazione. Di un allenatore e di un uomo, insomma, sul viale del tramonto. Facile a deconcentrarsi. Poco reattivo. Se così fosse come la si mette, si richiama forse Mister Garcia. No, grazie. Ma che futuro può avere questo Napoli che pure pochi mesi fa brindava al terzo scudetto. Da allora è cambiato tutto. Di quel leggendario Napoli si sono perse le tracce, è rimasto vivo e pimpante solo nella memoria e nei sogni-ormai sempre più rari-soavi dei tifosi.  

(Foto fonte Corriere della Sera).

 

 

 

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Enzo Famiglietti

Nato a Napoli alla fine degli anni sessanta.Inizia la sua carriera giornalistica a metà degli anni novanta presso il quotidiano sportivo di breve durata Campania Sport e poi diventa redattore alla Verità di Napoli-Napoli più, dove si occupa delle pagine dedicate al Napoli ed anche dell'impaginazione delle altre sportive. Ma la sua passione resta il calcio. Negli anni successivi collabora, come redattore, al Corriere del Pallone e negli anni recenti a vari siti web Per sempre Napoli, 87 tv e successivamente ilcuoreazzurro.it

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