Il turn over spinto di Coppa quest'anno non ha creato disastri ed inciampi. Il Napoli liquinda il modesto Palermo con una netta, decisa ed imperiosa manita. Cinque gol secchi e nessun dubbio in merito. Inevitabile che in temi di Coppa si rotoli col pensiero nel passato. Due anni fa lo scudettato Spalletti ne cambiò nove contro la modesta Cremonese e prese imprevedibili legnate, un anno fa Mazarri seguì la logica del lesivo dogma del cambiare nove undicesimo e il Frosinone gliene rifilò quattro. Una catastrofe.
Quest'anno anche Conte aveva annunciato una rivoluzione di formazione, però il patatrac non è avvenuto, gli azzurri hanno tagliato a fette il Palermo, e si sono guadagnati gli ottavi di finale all'Olimpico in casa Lazio. Eppurre anche Conte aveva rivoluzionato la formazione, con il solo Lobotka dei titolarissimi confermato e non è poco. Quindi? Il segnale è netto e forte. Il tecnico è stato bravo a motivare ed assemblare le seconde scelte, a farle rendere al massimo e soprattutto a darli una logica tattica. Impresa sulla quale era incimpato sì il confuso Mazzarri ma anche lo scudettato e prestigioso Spalletti.
Un forte indizio che nel Napoli molto s'è evoluto. La sicurezza nei propri mezzi e l'autostima sono stati curati in maniera maniacale da un allenatore che si conferma, oggi come ieri, uno dei grandi saggi- dei pochi ancora in attività- del calcio nostrano.
Una partita senza storia- Discutibile il rituale minuto di raccoglimento per una tragedia familiare avvenuta alle porta di Napoli. Inaccettabile la morale di uno stato che non tiene a cuore la sicurezza dei propri cittadini che pagan tasse, per poi commemorarli in rituali kermesse populiste che si concludono col solito nulla di fatto. E' un'altra storia ma è giusto che ogni tanto qualcuno lo ricordi.
Il precario Ngonge la sblocca subito con la complicità di Sirigu. E lo stesso Ngonge raddoppia anche con un diagonale da copertina. Partita chiusa per il Napoli che già sente odore di Lazio.
Poi si scorre su ritmi rilassati con qualche lucina che accende le qualità del Napoli. Ma intanto il Palermo quando affonda si fa pericoloso ed allora la fase difensiva degli azzurri finisce sotto esame inl un paio di circostanze. I riflettori sono puntati soprattutto sul rientro del discusso Juan Jesus, protagonista nella passata stagione di una collezione record di sbavature fatali. Trattasi di isolati guizzi, tant'è che proprio il sotto esame Juan Jesus su inserimento da calcio d'angolo ci mette la testa e completa la terzina. Gara arcichiusa.
Secondo tempo. Andamento lento e fluttuante. I giochi sono fatti. Il Palermo resta in 10 e il gruppo Conte può rilassarsi a ragion veduta. Si giochicchia con la testa già al Monza. Quattro a zero con Neres. Una pacchia. Poi entrano i pezzi grossi e Mc Tominay su ispirazione di Lukaku fa cinquina. Festa al Maradona. Avanti in Coppa.
Il bell'Antonio deve sfatare un tabù- Eccerto, Conte non ha mai vinto la Coppa Italia. In una sola occasione approdò in finale alla guida della Juventus, poi liquidata dal Napoli all'Olimpico con un secco 2 a 0, stagione 2012, data 20 maggio. Da allora e alla guida dei bianconeri e dell'Inter mister Conte non è mai andato oltre le semifinali. Quest'anno è pressato da ogni dove ad andare oltre. Il Napoli non ha coppe europee e quindi potrà concentrarsi al massimo sulla Coppa nazionale, gestendo e dosando forze ed energie. La prossima sfida sarà in casa di una Lazio molto ondivaga e sarà il caso magari di schierare le prime donne per una gara che, oggi come oggi, è molto alla portata degli azzurri.
Sarà vero che abbiamo due squadre- Hanno giocato quelli che sinora avevano un minutaggio in campo davvero minimo se non nullo. Marin, Juan Jesus, Zerbin, Raspadori, Ngonge. Affrontavano una provinciale ma a differenza dei loro predecessori, nelle due ultime edizioni di Coppa, o per bravura e stimoli loro o per l'effetto tutto gas del tecnico hanno reso al massimo. La bravura di Antonio è stata quella di mettere in condizione, coloro che sembravano ai margini del progetto, di rendere al massimo. In questo caso, ha fatto tanto molto meglio di Spalletti e Mazzarri. Un buongiorno che illumina il percorso che verrà. Il Napoli è nelle mani giuste.