Sul campo del brillantissimo Monza di mister Palladino da Mugnano, però i neo scudettati non ci hanno fatto una figura degna del loro pedigreè. Gli instancabili brianzoli li hanno messi alla corda e la loro vittoria, incoronata dal più classifico dei 2 a 0, non è mai stata in discussione. Tre punti meritati per i lombardi ed altrettanto lo stop per un Napoli che ha dalla sua però l'alibi indiscutibile che quando vinci così bellamente e tanto in anticipo, poi ricaricare le batterie nelle restanti gare diventa difficile.
E' inevitabile che quando hai vinto un trofeo così tanto agnognato, atteso, accarezzato nei sogni più proibiti, l'adrenalina crolli, e allora nelle esibizioni successive ti mancano un po' di sale e pepe. Ed quello che si è verificato in quel di Monza. Non che il gruppo Palladino avesse chissà quali stimoli, ma si sa che mettere in difficoltà la prima della classe è sempre ambizione conclamata di ogni provinciale.
Per le cronache, gli azzurri nelle ultime partite fanno però molta fatica a segnare, appena un gol a gara, se pure la buttan dentro. Quattro reti nelle ultime sei uscite, numeri lontanissimi dall'impetuoso pallottoliere che accomulava centri su centri sino a pochi mesi fa.
Il Napoli può recriminare per due presunti rigori non concessi, entrambi nei secondi 45', di cui piuttosto netto il primo, ma per resto è stato molto sotto tono. Poca scioltezza e un meandro di cuori e cervelli già incolpevolmente proiettato alle vacanze. E' quasi involontario ma accade, anche i migliori calciatori sono esseri umani che han voglia, ogni tanto, di tirare il fiato.
Si è giocato quindi per la maglia e per la gloria. Il Monza è in viaggio di nozze da mesi, la terapia Palladino l'ha messo in condizione di potersela disputare a testa alta contro chiunque. E difatti passava per primo con un' azione flipper che ha strabiliato i propri tifosi e mandato in tilt la difesa azzurra. Uno a zero per loro.
Nel primo tempo il Napoli sperimentale schierato da Spalletti ha prodotto poco, pressapoco inoffensivo. Appena un guizzo nel finale.
I cambi della ripresa neppure hanno rilanciato il Napoli, anzi l'estrema punizione è stato il macabro rituale del gol dell'ex: Andrea Patagna è toccato proprio a lui. Due a zero per loro. La scarsa vena offensiva degli ultimi tempi è un compitino al quale spalletti dovrà lavorare già in settimana, e soprattutto in previsione della prossima stagione. Semprechè rimanga lui in sella al levriero azzurro.
E in tema di programmazione appare quanto segue. Spalletti sìè incontrato col presidente De Laurentiis ma non ha sciolto le sue riserve. Oggi la sua permanenza in azzurro sembrerebbe un 50 e 50. La sensazione è che posso andar via, lasciare da vincitore è la genesi dei più bei ricordi, di quegli amori che nel calcio restano eterni. Ed inscalfiti. Sempre inattaccabili. Però se le scelte tecniche e le intenzioni del presidente dovessero convincere l'allenatore, il buon Luciano sarebbe felice di proseguire l'avventura. Insomma, deve esserci una progettualità che dia nuovi stimoli all'allenatore, la volontà dall'alto che si possa ripetere se non l'impresa almeno una stagione ad alti livelli. A meno che, Spalletti a 64 anni non faccia una scelta di vita, ma ad occhio si evidenzia come un uomo vecchio stampo che si nutre di calcio, nel suo genoma c'è l'attesa e le vibrazioni che gli dona il campo. Vedremo.
Riflessione sugli attaccanti. Osimhen è tarantolato per far gol e mettere il giusto distanziamento sociale fra lui e Lautaro Martenez nella classifica cannonieri. Kvara, invece, da diverse partite viene puntualmente ben contenuto dagli avversari di turno, che si sono fatti bravi nel circondarlo, nel togliergli respiro e spazio. Difatti, le mirabilie di qualche tempo fa gli vengono meno bene. Ma che nessuno punti il dito. E' giovanissimo e ci sta, per poi si cerchino nuovi giochi illusionistici applicati al calcio per l'anno venturo, per lui che nel repertorio ne ha tantissimi. Kvara a meno di clamorosi colpi di scena resterà a Napoli. Per Osimhen sarà un'impresa non cederlo. L'asta è da capogiro ed è in cantiere una serie di proproste di gran lunga superiori ai 140 milioni di euro. E' ormai affare di stato fra Arabia Saudita, la cui famiglia reale è neo-proprietaria del ritrovato ambiziosissimo Newcastle, e il Psg di casa, Al Thani regnanti del Qatar. In tema di politica estera si rammenti che fra i due stati del golfo i rapporti sono acidi per non dire pessimi. Sarà anche una sfida politica per la supremazia calcistica ed economica nel vecchio continente. Per De Laurrentiis sarà quasi impossibile resistere a una tale programmazione di portargli via il fiore all'occhiello della rosa. Per contro incasserebbe tantissimi milioni, ma con la consapevolezza che uno come quello lì non lo trovi da nessuna parte.
(Foto fonte Virgilio Sport)