A Radio Napoli Centrale, nel corso di Un Calcio alla Radio Umberto Chiariello, è intervenuto con il suo editoriale: "Sono stato a presentare il Napoli Futsal. In Federazione, fino ad un anno fa, dove in campo scendevano in 12 con 5 titolari, gli stranieri ammessi erano 7, adesso sono stati diminiuti a 5, fino a poi arrivare a 3 negli anni, per cui il Napoli Futsal si è visto costretto ad investire nelle giovanili. Una scelta intelligente per mettere argine ai troppi stranieri, si è tornati a puntare sui giovani. Nel calcio italiano, invece, sta succedendo qualcosa di epocale: siamo assenti dai Mondiali da ben 4 anni, agli ultimi due non ci siamo neppure qualificati, e quelli del 2010 e 2014 che sono stati disastrosi. L’Europeo è stata una mosca bianca. Oggi c’è l’ultimo dei moicani, Ciro Immobile: non c’è un centravanti italiano che gioca in Serie A. Chi è rimasto? Raspadori che è nato centravanti, ma è una punta che andrebbe benissimo in un modulo con un compagno di fianco oppure adattandolo come trequartista, punta esterna, sottopunta. È lui il tassello di congiuzione tra il vecchio De Laurentiis che pensava solo all’economicità di gestione, com’è diritto di un imprenditore di fare, ed il nuovo De Laurentiis che ha investito 35 milioni dando uno schiaffo morale a tutti gli A16".
Eugenio Albarella: "La chiave vincente del Napoli è avere tutti ragazzi desiderosi di far gruppo".
A Radio Napoli Centrale, nel corso di Un Calcio alla Radio di Umberto Chiariello, è intervenuto Eugenio Albarella, preparatore atletico: "È il momento giusto del campionato di Serie A per recuperare energia. Il calcio di oggi è molto ingolfato nei calendari, c’è sempre meno tempo di allenarsi ed il Napoli che ha cambiato interpreti ha approfittato della preparazione precampionato non tanto per mettere carburante, quanto per allenarsi da squadra. Progettualità Napoli? Ha sottolineato dei principi che per un gioco di squadra restano fondamentali. Al di là delle qualità tecniche di chi c’era e di chi c’è, bisogna avere la voglia di far parte di un gruppo. Il Napoli, ad oggi, annovera tutti giocatori che hanno desiderio di far parte di questo gruppo. Zielinski, ad esempio, è voluto rimanere a tutti i costi rinunciando a contratti più remunerativi. Inoltre, la società è stata chiara nei suoi obiettivi e li ha resi chiari, quindi tutti hanno saputo le linee guida da seguire dal principio. Mondiali in Qatar? Sento ancora immaginare un Mondiale a temperature estreme, ma nel mese di novembre-dicembre è abbastanza mite, con un tasso d’umidità sostenibile. A livello climatico ci sono le condizioni per giocare e se non bastasse le strutture lì prevedono l’aria condizionata per gli stadi. Assisteremo ad un Mondiale dove gli stessi addetti allo staff delle Nazionali non avranno tempo per prepararlo, gran parte della rosa sarà disponibile soltanto ad una settimana dall’inizio e tutto ciò graverà sull’incisività. Cosa aspettarsi dal Napoli? Ahimè mischio il mio essere tifoso al mio lavoro e mi auguro che il format di quest’anno possa avvantaggiare quello che la storia degli ultimi anni ha detto dell'allenatore del Napoli. Spalletti ha sempre brillato ad inizio stagione ed avendo due campionati in uno, quest’anno, penso che possa essere un punto a favore degli azzurri. Oltretutto, il Napoli è una squadra altamente competitiva e può dire la sua".
Gaetano Imparato: "Mi piacerebbe un De Laurentiis più presente a Castel Volturno. Juventus? Finalmente terminati gli aiutini".
A Radio Napoli Centrale, nel corso di Un Calcio alla Radio di Umberto Chiariello, è intervenuto Gaetano Imparato, giornalista: "Napoli in alta classifica dopo la grande vittoria di San Siro. Questa è una di quelle situazioni in cui, negli altri anni, c’era bisogno di questa sosta, ma per il Napoli è un po’ deleteria visto il filone positivo. La partita col Liverpool è stata al 99,9% di perfezione, ma quella che ha fatto avere consapevolezza di poter osare è stata la vittoria dell’Olimpico contro la Lazio. Cosa mi ha convinto di meno? Ci sono piccole cose che andrebbero perfezionate. In generale, direi che la sosta può servire per qualche scelta importante. Se fossi De Laurentiis sposterei la sua attenzione maggiormente su Castel Volturno perché ai tanti pregi di Spalletti si sta aggiungendo un bel gingillo. Inoltre, deciderei un rigorista ufficiale. Spalletti ha tanti difetti e tanti meriti, a volte si incaponisce su certe cose. Quando sostengono che il Napoli ha ‘rubato’ al San Siro vorrei far presente che questa squadra si è ripresa dalle sfortune degli anni passati, come quella di Empoli e Spezia dello scorso anno. Vorrei dare uno spunto: la Juventus era definita cinica ed aveva sempre l’aiutino, quest’anno non ne ha, calcoliamo se ne avesse avuto qualcuno dall’inizio del campionato e con 2-3 punti in più starebbe tranquilla. Certi tempi sono finiti, spero non tornino più per il bene del calcio".
Francesco Modugno: "Mai fidarsi di Luciano Spalletti. Napoli con una squadra fresca ed uno spogliatoio sereno".
A Radio Napoli Centrale, nel corso di Un Calcio alla Radio di Umberto Chiariello, è intervenuto Francesco Modugno, giornalista SKY: "Benitez sviluppava statisticamente sull’analisi di 5 partite per stabilire la formazione. Un giorno mandò Riccardo Bigon a chiamarmi e mi illustrò tecnicamente come determinava le sue scelte -al di là dello stato di forma dei giocatori- sembrava la NASA. Tuttavia, mai fidarsi di Luciano Spalletti. Il giorno prima gli ho visto provare qualsiasi cosa, il giorno dopo ci sono state novità. Gli allenatori sono tutte persone da scoprire, diversi e uguali. Il Napoli l’anno scorso ha vinto 8 partite di fila, quella squadra era forte e ne era consapevole. Il calcio poi sa anche sorprendere ed il campionato non è stato vinto, adesso è facile dire che era uno spogliatoio opprimente con i Senatori che condizionavano, è ovunque così. Questa sicuramente è una squadra fresca, nuova, ma era uno spogliatoio quello dell’anno scorso e lo è anche questo. Giuffredi? È una persona molto cara. Ha una visione ancora più precisa della mia. Dries era amatissimo, Koulibaly anche, Lorenzo è sempre stato accusato di non avere leadership e vogliamo farlo passare per quello che comandava? La crescita di tutti è determinata da un percorso, quando Di Lorenzo è arrivato non era lo stesso di ora. Quello vecchio è stato un ciclo terminato ed è stato giusto rinnovare le energie".
Raffaella Iuliano: "Mi aspettavo un campionato più difficile, per fortuna gli altri sono partiti a rallentatore".
A Radio Napoli Centrale, nel corso di Un Calcio alla Radio di Umberto Chiariello, è intervenuto Raffaella Iuliano, giornalista: "Mi aspettavo un buon Napoli, ma non così tanto da uccidere il campionato all’inizio, ne sono molto felice. Mi auguro che mantenga questo ritmo, l’anno scorso ci ha fatto soffrire abbastanza e ne sono rimasta molto delusa. Da questo punto di vista, penso che Spalletti abbia imparato dai suoi errori per evitarli in futuro. Quest’anno ero più preoccupata, mi aspettavo un campionato più difficile, per fortuna gli altri sono partiti un po’ più a rallentatore. Possiamo vedere una classifica particolare che non si vedeva da anni guardando alle prime quattro. Speriamo duri e che il Napoli mantenga la maturità giusta per portare avanti un risultato importante. Sono fiduciosa proprio perché l’anno scorso ci sono stati una serie di errori che Spalletti, da persona intelligente, ha compreso. Quest’anno, inoltre, la squadra è più completa. Umanamente mi dispiace per l’addio di Mertens, ma finalmente il Napoli ha fatto una campagna d’acquisti dopo tanti anni, abbiamo alternative in ogni ruolo, anche sulle fasce. La motivazione muove il mondo e nel momento in cui la squadra è motivata, al di là di ciò che c’è sulla carta, si riesce ad ottenere risultati. In mancanza di Osimhen e Lozano abbiamo giocatori che non mancano mai all’appello e colgono sempre l’occasione, cosa che non accadeva in passato. Mondiali? Un anno strano, un esperimento mai avvenuto prima, è innaturale, ma una volta che dobbiamo farlo speriamo di ricavarci qualcosa di positivo. Ricordi del Napoli di Careca? La sensazione di perfezione. Rappresentava la più forte mai vista, una squadra finalmente che era riuscita ad imporsi anche in Europa".