Domenica, 25 Febbraio 2024 14:38

Juan Jesus condanna il Napoli. Ed Osimhen spreca come un pollo. Tutta colpa di Adl e Meluso, dove sta il sostituto di Kim

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La beffa. Quel colpo basso che ti fa tornare a casa con un'amarezza che sa di cicuta. 

Il bicchiere non è mezzo vuoto, c'è solo una goccia dentro. Il guizzo di Osimhen e la certezza che senza il bomber nigeriano il Napoli è oggi una squadra di una povertà unica e di preoccupante inconsistenza offensiva. Con o senza Garcia e Mazzarri, si traballa e si spreca. Non sarà certo-con grande probabilità-il carneade Calzona a trasformare dei rospi in regnanti. A Cagliari (1-1) s'è visto un Napoli troppo a corrente alternata. Primo tempo timido ed inconsistente, col Cagliari più propositivo. Galvanizzati nella ripresa gli azzurri hanno beneficiato di quattro o cinque nitide palle gol ma ne hanno concretizzata appena una. Grazie ad Osimhen, senza di lui nun se segna. Questa è la sconcertante, tristissima verità. Una volta in vantaggio, il Napoli pareva essersi scatenato, che avesse la partita in pugno, ma ha raccolto solo le briciole come da antica tradizione.  

Eppoi a tempo scaduto, in pieno recupero, è stata l'incerta difesa a permettere a Zito André Sebastião Luvumbo di pareggiare una partita che s'era messa tutta in discesa per il gruppo Calzona. La rete subìta è d'imbarazzo notevole per il neo tecnico azzurro. Proprio perché quando lui lavorava da secondo si occupava nello specifico della fase difensiva e le sue referenze in quest'ambito sono ottime. Qualcuno lo definisce addirittura maniacale nell'assemblare la retroguardia. Eppure il colpo di Luvumbo è una mazzata ingloriosa. In realtà, il pareggio è scaturito più da un errore individuale di Juan Jesus che da una dissonanza di reparto.

A servire su un piatto d'argento la palla del pareggio è stato l'inaffidabile Juan Jesus, divenuto titolare in questo mercato infarcito di errori madornali: il fuoriclasse e stoico Kim non è mai stato rimpiazzato. Ad occhio e croce a parte Rrahmani, sembra Ostigard il centrale più affidabile. Il maturo brasiliano è spesso afflitto da sfasature personali, e il suo connazionale Natan si è rivelato quello che gli osservatori attenti avrebbero scommesso che fosse: un giocatore di qualità fra la media e il mediocre. Si versano ancora lacrime per Kim, ma nessuno a Castelvolturno ha avuto la seppur scontatissima e popolarissima idea di acquistare un difensore centrale di spessore.   

Una partita di alti e bassi, ma poi sembrava davvero fatta- Rientra Zielinski, un pezzo grosso, Calzona ha capito che sulla fascia sinistra come alternative di qualità e fiato al momento c'è ben poco per supplire. I muscoli di Olivera rimpiazzano la corsa e rifinitura di Mario Rui, mentre Mazzoccch rimpiazza un Di Lorenzo (squalificato) che sinora è stato molto sbiadito rispetto al luccicante passato. 

La scossa tellurica non la dà il gruppo Calzona, per la nuova gestione, ma è stato il Cagliari in avvio ad esternare vivacità e brio, mentre gli azzurri faticavano troppo a ripartire e tessere gioco. Imperfezioni di misura e farsi avanti diventava un'impresa. Rrahmani la prendeva una bellezza di testa ma centrando la porta sbagliata, Eupalla Gratias, gol annullato. 

Si andava al riposo con un Cagliari che aveva accumulato più di una nitida occasione, per contro gli azzurri hanno fatto il quasi nulla. 

Manovra lenta e macchinosa anche nella ripresa, finché Osimhen non dimostrava che mai come in questo buio momento lui è unico e trino ed in grado di mettersi la squadra sulle spalle. Raspadori recuperava un pallone con impeto e grinta esemplare, pennellata al centro area dove l'uomo mascherato la incastrava in una porta spalancata come l'ingresso di un mega aeroporto. Un attimo dopo lo stesso Os dilapidava la palla  del 2 a 0. Clamoroso il doppio palo. Iellato il primo, ma sulla respinta del legno è stato lui a peccare di imperdonabile imprecisione. Osimhen era a un metro dalla linea di una porta del tutto sguarnita e c'è voluta una mira davvero da campione di tiro al piattello per centrare ancora il palo. Una gaffe imperdonabile per uno come lui. Fatto sta che la fregatura in questi casi nel calcio, quanto sprechi troppo, aleggia perfida nell'aria. Dopo che Raspadori è stato impreciso nel colpo da sotto e a Simeone non è riuscita l'impresa di trovare la luce laddove era defilato sulla destra, il Cagliari si è ripreso la partita nello stupore generale.  Juan Jesus ha tagliato l'erba al posto di colpire il pallone ed il furbo Luvumbo ha rimesso in piedi una sfida che i sardi avevano già messo a bilancio come ennesima sconfitta. Era circa il 95' ed il Napoli è ricaduto nella totale depressione. Di valido e speranzoso appena la crescita del secondo tempo, ma le tante occasioni gettate al vento hanno mandato tutto all'aria.  

La maledizione da trasferta-  I numeri lontano dal Maradona sono angoscianti. Il Napoli non vince e non segnava un gol addirittura da novembre: il giorno 26 a Bergamo, 3 a 2 per gli azzurri, chimerica ed illusoria prima di un Mazzarri che in seguito sarebbe andato giù in picchiata come un jet in fase di totale stallo. Almeno stavolta il golletto è arrivato, ma l'almanacco stagionale ricorda che in sei trasferte il Napoli ha messo a segno appena una rete. La media è da lotta salvezza pura, altro che ambizioni europee. Ma casa o fuori, questa squadra è divenuta incapace di far centro. Da quando è approdato Mazzarri Raspadori e Simeone non ne hanno messa dentro una, mancano pure i lampi dei centrocampisti o un generoso inserimento di un difensore. Oggi come oggi, il Napoli è frenato dall'incapacità di trovare una soluzione al gioco che non c'è. Far girare palla, soprattutto in attacco è impresa improba. A Cagliari nella ripresa ci si è riusciti solo quando i padroni di casa sono crollati, salvo poi destarsi con Luvumbo in zona Cesarini. 

Osimhen luci ed ombre- Il nigeriano non è ancora all'apice della forma fisica. Pesano le scorie della Coppa d'Africa una competizione piuttosto naif e logorante. Il clima, il cambio di alimentazione, uno staff medico quello nigeriano che non sarà dei più titolati a livello internazionale e i tanti minuti in campo hanno sfiancato il super bomber. Che nel primo tempo è stato ingessato, un po' fuori dal gioco. Poi nella ripresa ha ritrovato una parte di sè. Opportunista e piazzato alla perfezione sul gol, di un'imprecisione e goffaggine da filmato comico sul doppio legno. Come detto, sulla ribattuta del palo era solissimo e aveva dinanzi a sè sette metri di spazio per appoggiarla appena in rete ed invece ha calibrato il piede con cotanta precisione da colpire di nuovo l'impalcatura. Insomma, da uno come lui ci si aspetta la freddezza di metterla al posto giusto quella maledetta palla. Riavvolgendo il nastro del tempo, anche in Coppa d'Africa è stato criticato per molte occasioni non concretizzate.

Al tempo stesso, negli ultimi 180' le due uniche reti azzurre portano la sua firma. Oggi il Napoli è quindi del tutto Osimhen dipendente. Calzona dovrà trovare altre soluzioni offensive, anzi ritrovarle poiché l'anno scorso questa era la banda del gol. E ad Os si richiede maggiore freddezza ogniqalvolta si trovi in una posizione molto invitante. Altrimenti i 130 milioni che De Laurentiis chiede per il suo cartellino, qualcuno potrebbe dir sono troppi.

Difesa colabrodo- Con il Mazzarri bis la media gol incassati è leggermente migliorata, ma solo contro Lazio e Monza la porta è rimasta inviolata. Rispetto alle sbandate della gestione Garcia si migliorava ma di poco, pochino. A Cagliari però la lacuna c'è stata bella grossa. Juan Jesus in piena area ha perso totalmente il senso della marcatura, non ha guardato la palla, l'avversario se n'è impossessato senza che subisse la minima opposizione. Errore marchiano che rovina una partita che era già in ghiacciera. Il problema però è di uomini e non solo di schieramento o tattica. Quello di JJ è stato un flop individuale. Nessuno, oggi come oggi, dei centrali azzurri è solido ed affidabile. Lo stesso Rrahmani. rimasto orfano del compagno Kim, è la cattiva copia dell'uomo respingente di pochi mesi fa. Fatale è stata la politica di mercato di fare incetta di centrocampisti ed altre mezze punte e non acquistare un centrale che fosse, non si chiede al livello del coreano, ma almeno su uno standard di sicurezza accettabile. Il fallimento di Meluso e l'incompetenza di Adl contribuiranno allo sfascio di questa stagione. 

(Foto fonte Sportmediaset) 

 

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Enzo Famiglietti

Nato a Napoli alla fine degli anni sessanta.Inizia la sua carriera giornalistica a metà degli anni novanta presso il quotidiano sportivo di breve durata Campania Sport e poi diventa redattore alla Verità di Napoli-Napoli più, dove si occupa delle pagine dedicate al Napoli ed anche dell'impaginazione delle altre sportive. Ma la sua passione resta il calcio. Negli anni successivi collabora, come redattore, al Corriere del Pallone e negli anni recenti a vari siti web Per sempre Napoli, 87 tv e successivamente ilcuoreazzurro.it

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