A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Domenico La Marca, avvocato esperto di diritto sportivo. Di seguito, un estratto raccolto dalla redazione di calcioinpillole.com.
Ripescaggio Italia – “Se una qualsiasi associazione si ritira o viene esclusa dalla competizione, la FIFA deciderà in merito a sua esclusiva discrezione e intraprenderà qualsiasi azione si ritenga necessario.”. Questo è quanto sinteticamente la Fifa sostiene all’art.6 del Regulations Fifa World Cup 2022 – Preliminary Competition. Sempre in merito la Fifa nel suo Statuto agli artt. 3-4 fa riferimento al rispetto dei diritti umani e ai principi di non discriminazione, uguaglianza e neutralità. Soprattutto qualsiasi discriminazione è severamente vietata e punibile con la sospensione o l'espulsione. Detto ciò, reputo improbabile che si proceda ad un ripescaggio, ricordiamo in tal senso quello storico della Danimarca del ’92, causa dell’insorgere del conflitto dei Balcani riguardava una competizione Uefa. Inoltre, credo che in caso di un improbabile ripescaggio sia favorita una nazione dell’Asian Football Confederation, personalmente sarebbe bello che in caso di mancato passaggio dei play-off venga indicata come “wild card” l’Ucraina.”
Caso Napoli – “Da quanto si apprende da una nota della Figc: “Il Procuratore Federale ha deferito al Tribunale Federale Nazionale Sezione Disciplinare il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis e il responsabile sanitario del club Raffaele Canonico “per non aver provveduto a far rispettare o comunque per non aver vigilato sul rispetto delle norme in materia di controlli sanitari, e in particolare per aver consentito o, comunque, non aver impedito ai calciatori Stanislav Lobotka, Amir Rrhamani e Piotr Zielinski di partire da Napoli alla volta di Torino con l’aereo lo scorso 5 gennaio, insieme al resto del ‘gruppo squadra’, e di partecipare lo scorso 6 gennaio alla gara valevole per il campionato di Serie A Juventus-Napoli, nonostante i tre citati calciatori fossero stati sottoposti a quarantena domiciliare sino al 9 gennaio, come disposto dall’ASL Napoli 2-NORD.” La società, pertanto, è stata deferita ai sensi dell’art 6 comma 1 del Codice di Giustizia Sportiva vigente perché lo stesso club risponde direttamente dell'operato di chi la rappresenta ai sensi delle norme federali e ai sensi dell’art 6. Comma 2 dello stesso codice visto che risponde inoltre ai fini disciplinari dell'operato dei dirigenti, dei tesserati e dei soggetti di cui all'art. 2, comma 2.
Un caso che in tal senso ha fatto giurisprudenza è stato quello della Lazio in merito alla violazione del protocollo Covid, la mancata comunicazione e il corretto isolamento dei positivi durante l’arco temporale delle sfide di Champions contro Bruges e Zenit e di campionato contro Torino e Juventus. In particolare modo con le vicende Immobile, sceso in campo contro il Torino, e Djavan Anderson, invece in panchina, contro la Juventus, entrambi presunti positivi a seguito di diversi test anti-Covid. In quell’occasione il Tribunale Federale Nazionale, in prima battuta, sanzionò la Lazio con un’ammenda ed inflisse delle inibizioni di più mesi sia al presidente dei biancocelesti che ai medici sociali. In tale caso fece la differenza l’assenza di una giurisprudenza specifica e vuoti del protocollo normativo, e da questo punto di vista anche nella vicenda Juventus-Napoli vi era una situazione in divenire in merito proprio ai protocolli. Senza contare che poi ci sono stati ulteriori gradi di giudizio, che hanno mitigato i provvedimenti in questione. Pertanto, difficilmente potrà essere presa una decisione che vada a penalizzare il Napoli in termini di classifica.”
Juventus-Inter – “Mi auguro soprattutto che sia una bella partita, il calcio italiano adesso ha davvero bisogno che ci siano incontri avvincenti e spettacolari soprattutto mi riferisco alle sfide di cartello. E’ difficile indicare chi sta meglio delle due, visto che le soste per le nazionali lasciano sempre dubbi e posso in qualche modo resettare tutto. Detto ciò, la Juventus in campionato sta dimostrando una costanza di risultati impressionante a differenza dell’Inter che da gennaio in poi ha vinto solo tre volte ed in particolare si è percepito un evidente appannamento di alcuni uomini chiave tra i nerazzurri. Un altro aspetto da non sottovalutare sarà quello emotivo visto che la Juventus solo pochi mesi fa si ritrovava ad una distanza siderale dall’Inter, mentre adesso potrebbe realizzare un sorpasso, pur sempre ricordando il recupero di Bologna-Inter, che avrebbe del clamoroso.”
Zanoli – “Confido in Spalletti che sicuramente schiererà il migliore undici a disposizione. Se punterà su Zanoli lo farà esclusivamente per il valore del ragazzo e non sull’onda emotiva pro giovani italiani scaturita dopo l’eliminazione dal mondiale. Di certo se in questo finale di stagione questo ragazzo riuscisse a mettersi in mostra sarebbe un grande colpo per il Napoli, che si ritroverebbe in casa l’alternativa “italiana” a Di Lorenzo senza dover investire risorse per un nuovo terzino destro, e soprattutto in termini di lista Serie A potrebbe significare davvero molto.”
DEVIS MANGIA
A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Devis Mangia, CT della Nazionale di Malta. Di seguito, un estratto raccolto dalla redazione di calcioinpillole.com.
Come sta evolvendo il vostro progetto a Malta, sia a livello di campionato che Nazionale?
"Stiamo crescendo, stiamo ottenendo dei buoni risultati a breve termine ma, essendo un 'progetto', come dice il nome, ci vorranno più anni per costruire qualcosa di duraturo"
Com'è stata accolta l'esclusione dell'Italia al prossimo Mondiale?
"Un grande dispiacere, come sportivo e come italiano. Quello è il sentimento prevalente".
Tanti problemi nel sistema calcio Italia
"E' chiaro che bisogna riveder le cose. Noi guardiamo l'eliminazione del 2018 e del 2022 ma, l'ultimo Mondiale a cui abbiamo partecipato, siamo stati eliminati già nel girone. C'è da dire che, invece, le nazionali giovanili stanno 'tenendo l'urto'. Le cose vanno tutto sommato bene con la Nazionale under-19, così come l'under-21. Il problema 'è capire cosa succede dopo e, soprattutto, di iniziare ad inquadrare il concetto di 'giovane'. Infrastrutture? Sì, lamentai il problema anni fa, da altre parti c'è molta più attenzione, in Italia no. Se all'estero il termine 'giovane' si usa per un ragazzo di 17-18 anni e, invece in Italia per giocatori di 22-23, evidentemente è un problema".
Scarsa considerazione dei giovani in Italia e mancata crescita del movimento
"I risultati degli ultimi anni, anche a livello di club, ci danno questo tipo di risposta. E' una questione proprio di sistema. Pensate al Barcellona: affronta diversi problemi negli anni e riparte dai propri giovani. In riferimento a quell'under-21 del 2013, avevo ottimi giocatori ma avevo anche delle mancanze: molti giocatori ancora non erano titolari in Serie A. Negli anni successivi il livello dell'Under-21 è aumentato ma, poi, quei giocatori non sono riusciti a confermarsi su certi palcoscenici".
La Sampdoria punta Cicaldau, un giocatore che conosci. Cosa ne pensi?
"E' un giocatore con qualità buone, uno dei migliori prospetti del calcio rumeno. E' un buon giocatore".
Nell'under-21 hai allenato sia Insigne che Immobile. Un commento su entrambi, con riferimento anche alla scelta di Insigne di andare a Toronto
"Su Lorenzo sono scelte personali che non si possono sindacare. Non mi permetto di dare un giudizio. Per quanto riguarda Ciro non saprei, con me aveva fatto bene. E' un attaccante che ha sempre fatto gol, ha vinto titoli da capocannoniere. Poi a volte non si riesce a rendere al massimo ma, per me, resta il migliore attaccante che abbiamo".
Ha pesato l'attestato di stima di Arrigo Sacchi nella tua carriera, avendoti definito uno dei migliori prospetti tra gli allenatori italiani?
"Se non ci fosse stato lui, come Sogliano, probabilmente non ci sarebbe stata neppure la mia carriera (ride, ndr). Io li ringrazio sempre per la fiducia, è stato un grandissimo onore".
Sei mai stato vicino al Napoli?
"No, non credo. In treno, magari, ci sono passato vicino, e poi sono stato in vacanza a Capri (ride, ndr)".
GIULIA RIZZON
A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuta Giulia Rizzon, calciatrice del Como Femminile. Di seguito, un estratto raccolto dalla redazione di calcioinpillole.com.
La Juve Femminile sfiora l'impresa in Champions con il Lione. 90.000 spettatori assistono al 'Clasico' Femminile. Cresce il calcio femminile in Italia e in campo europeo
"Sì, penso che questo ne sia la dimostrazione. Sono stati due episodi, nel giro di due giorni, che hanno palesato come stia crescendo questo movimento. La Juventus ha fatto un'egregissima figura; il Lione era super favorito ma ha dovuto soffrire molto e ha giovato di una crescita iniziata da prima rispetto al nostro movimento. Noi stiamo riducendo il gap e la Juve ne è la dimostrazione".
Rispetto alla tesi che realizzasti anni fa, incentrata sullo sviluppo del movimenti, noti dei miglioramenti nel calcio femminile attuale?
"Sono passati tanti anni (ride, ndr). Parliamo di dieci anni: ai tempi feci un raffronto tra Italia, USA, e Francia. Intervistai giocatrici importanti come la Gama. Oggi notiamo grandi miglioramenti: ci sono persone più competenti nel nostro calcio, prima non era così, soprattutto sull'aspetto della programmazione. Arrivavano, perlopiù, persone scartate dal calcio maschile e senza troppo entusiasmo. Credo che, nel calcio femminile, l'impegno sia maggiore per noi ragazze. Il gap si sta abbassando, grazie ai tifosi e grazie ai miglioramenti che vediamo".
Il passaggio al professionismo sarà un importante 'anno zero'. C'è fiducia per questo grande cambiamento?
"Questo è un bel punto di domanda. Come ogni 'anno zero' ci saranno dei punti da sistemare. Sarà un anno di partenza; come dicevo prima, il fatto che ci siano persone sempre più competenti e ragazze - anche giovani - sempre più promettenti e ben disposte al lavoro e al sacrificio, sarà importante per il movimento femminile. Magari la mancanza dell'Italia maschile al Mondiale può dare più visibilità a noi come già accaduto in passato, quando il processo è stato rallentato anche un po' dai problemi legati al Covid".
CHRISTIAN ARGURIO
A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Christian Argurio, ex direttore, fra le tante, di Messina, Catania e Hajduk Spalato ed osservatore della Juventus. Di seguito, un estratto raccolto dalla redazione di calcioinpillole.com.
Debacle dell'Italia. E' solo colpa dei tanti stranieri nei settori giovanili?
"Sai, io penso che dopo l'uscita inaspettata si sono dette tantissime cose. Probabilmente, ognuno di noi, ha un pezzo di verità in mano. Poi, ovviamente, i fattori sono tanti dopo aver sognato in grande all'Europeo dove, diciamolo chiaramente, non eravamo partiti come favoriti. Abbiamo vinto con il gruppo, come accadeva nelle grandi vittorie dell'Italia del passato. La storia dell'Italia ci dice che, in queste partite così insidiose, abbiamo sempre rischiato tanto. Capitolo stranieri: abbiamo tante risposte ma anche indicazioni diverse. Io credo non ci sia un'unica verità, non si può puntare il dito solo sugli stranieri, altrimenti non avremmo vinto neanche l'estate scorsa. Gli stranieri dovrebbero essere tutti di una certa qualità, poi è ovvio che un dirigente può sbagliare, sia in Serie A che in categorie minori. L'Italia non sta facendo più uscire dei fenomeni che, a 18/19 anni, siano già pronti a certi livelli. Quei giocatori oggi sarebbero stati super titolari. Ai tempi, da giovani, facevano fatica anche se erano fortissimi perché il livello era alto. Colpe? Settori giovanili, così come la qualità della crescita. Ad una certa età forse vengono investiti troppo presto sulla tattica, invece che essere migliorati sulla tecnica. Alcuni allenatori gli insegnano subito movimenti a scalare, 4-3-3 ecc., poi però ancora fanno fatica a calciare con coordinazione".
Hai lavorato all'Hajduk Spalato e conosci Rrahmani. Si è parlato di Premier League, secondo te è pronto?
"Forse non è prontissimo ma, sicuramente, è un calciatore che può arrivare a quei livelli. Ho lavorato all'Hajduk e ho viaggiato in quei posti per tanti anni, quindi ho una grande conoscenza dei Balcani. Ci sono giocatori interessanti che stanno venendo fuori ma, anche in quell'area, bisogna trovare il momento giusto per lanciare un giovane ed essere pronti soprattutto mentalmente. Uno dei tanti problemi del nostro calcio, come detto da un maestro come Sacchi, è l'intensità. Si è visto anche all'Europeo: nelle prime partite l'Italia ha fatto vedere un'intensità che non ricordavo da molto tempo. L'Italia aveva giocato bene a calcio, aveva convinto con il suo calcio. Sembrava quasi un club britannico, mettendo intensità e facendo girare il pallone. Oggi si insegna subito a far girare la palla, seguendo il 'modello Guardiola', ma poi se non abbini tecnica e intensità non ottieni. Tant'è che, lo stesso calcio di Guardiola, oggi si è evoluto dopo le esperienze in Germania e ora in Inghilterra".
Corsa scudetto: il Milan può approfittare di questo turno 'favorevole'?
"In questo momento tutto è possibile. Siamo arrivati alla stretta finale. Ogni partita può essere decisiva. L'Inter ha avuto una serie negativa che deve cambiare e, la forza mentale, può fare la differenza. Gli allenatori parlano di giocare 'partita dopo partita'; ora, le partite con le cosiddette piccole, possono cambiare molto. Penso al successo del Napoli a Verona che è stato davvero determinante. In questo momento non esistono partite facili. Certo, nel prossimo turno, per il Napoli sarà difficile ma non è detto che il Milan non possa incappare in un pareggio. Credo che il Napoli se la giocherà fino alla fine".