E' quello che è successo al Napoli, per due volte in vantaggio su un mai domo Genoa reduce da tre sconfitte consecutive -ma non lo dimostra, anzi- e che per altrettante si è fatto recuperare. Sotto accusa la difesa, che sinora non aveva mai preso gol di testa e in una delle serate più importanti della stagione ne ha beccati ben due. L'assenza di Buongiorno pesa, si fa sentire. A gennaio sarebbe servito un altro difensore ma sappiamo come è andata a finire. Poi, una volta portatosi sul 2 a 1, il Napoli non ha saputo gestire la partita, è vero che i grifoni non si sono mai arresi, ma il piglio della capolista è stato pasticcione. Incerta fra la difesa del risicato vantaggio e la voglia di fare un altro gol, alla fine è arrivato il patatrac che non ti aspetti. Occasione gloriosa, e forse irripetibile, dilapidata da un Napoli discontinuo che spesso sbanda e non ha del tutto i tratti caratteriali del suo allenatore, almeno in questa seconda fase stagionale.
La peggiore notizia è che la rivale Inter s'è ora portata ad un solo punto di distanza a 180' dalla fine. Sarà quindi un finale di stagione terribile, sconsigliato ai deboli di cuore, coronarie a riposo, molto probabile che il tricolore si assegnerà negli ultimi 90' fra il Maradona e Como. Le due prossime avversarie del Napoli, Parma e Cagliari fanno ora paura, soprattutto perché è il Napoli a dover avere paura di se stesso e delle proprie oscure insicurezze.
Dopo l'uscita di Lobotka, il centrocampo del Napoli s'era ritrovato molle, disordinato e permeabile. Ma poi una volta tornati in campo, nel secondo tempo, la situazione era migliorata di quel che bastava che portare a casa i tre punti. Detto della difesa, non sono bastati il dodicesimo gol di Lukaku ed il guizzo spettacolare di Raspadori 5 gol, nelle ultime 11 partite.
Una gara da incubo, che spreco- In pochi minuti gli azzurri collezionano subito due nitide palle gol, ma poi purtroppo la caviglia di Lobotka fa crac ed entra Gilmour. Il rientro del play maker è stato iella pura, considerato che era passato davvero poco dal fischio d'inizio. Ma trattasi di quisquilie. Mc Tominay e Lukaku stavolta si scambiano i ruoli. Assist dello scozzese ed ottavo gol della sua carriera del belga al Genoa, sua vittima preferita, poteva essere il più importante questo dei precedenti. Uno a zero e Maradona in visibilio. Subito dopo però il Napoli si assopisce. abbassa il ritmo ed il Genoa tira testa e piedi fuori dal sacco, colpisce una traversa con Pinamonti. E poco dopo pareggia con un'altra inzuccata che sfortunatamente Meret si trascina in porta. Uno a uno e si riparte daccapo. Col Genoa che da timido, dopo essere passato in svantaggio, si erge a maestro del campo, mentre gli azzurri sbandano. Non riescono più ad imbastire un'azione decente, la mediana esiste solo per fare numero e spesso soffrono la veemenza degli ospiti. Si va al riposo in un clima surreale, così di certo non va.
Secondo tempo. Azzurri all'arrembaggio. La strigliata di conte dà si suoi frutti. Anguissa si divora sotto porta il tacchino del Ringraziamento. Ma Jack lo squartatore ricompare dalle tenebre. Il Rasp c'è ed eccome. Tocca a lui portare avanti il Napoli, anch'egli uomo dei gol pesanti. Assist ancora di Mc Tominay, perfetto stop a seguire e tiro fulminante. Due a uno e il cielo si tinge d'azzurro in una notte che è magica e dannata. Tant'è che all'84' Vasquez sempre di testa batte Meret, fa 2 a 2 e complica i piani del Napoli. Colpevole la difesa azzurra per la seconda volta. Nel frattempo era entrato Billing per Raspadori, una sostituzione che col senno del poi lascia perplessi. E non poco. Raspadori stava disputando una partita da alto voto in pagella, invece si è fatta la scelta di gettare nella mischia un centrocampista che peraltro sulla rete del 2 a 2 non è stato perfetto, anzi ha ostacolato un difensore.
L'Assalto finale è stato vano. Dentro Neres, Billing proprio ha sfiorato il colpaccio. Nulla di fatto, l'Inter si avvicina ed ora siamo davvero sul filo di lana. Dopo aver perso di tasca almeno 7-8 punti fra Roma, Como, soprattutto Venezia, e poi Udinese in casa si è gettata al vento la più ghiotta delle occasioni. Anche se il Genoa ha sfruttato al meglio le due uniche palle gol, della serie due tiri e due reti, ma succede spesso necalcio.
Ed ora tocca a Conte dare il colpo di grazia, ma anche lui ha le sue colpe- Da settimane si dice. Conte ha esperienza nel saper gestire situazioni difficili come questo testa a testa scudetto. Alla vigilia della partita col Genoa, ricorreva lo stesso mantra "Nessuno come Conte motiverà la squadra al top del proprio rendimento". Ciò non è accaduto. L'aspetto emozionale, motivazionale del Napoli, la rabbia agonistica, quella voglia matta di fare un sol boccone dell'avversario non sono scese in campo contro il Genoa. Lo abbiamo già scritto in passato, si ha la sensazione che il tecnico leccese si sia un po' indebolito nella sua leggendaria veste di sergente di ferro, grande stimolatore, unico nel tirar fuori il meglio da ognuno. Lo sapremo dopo Parma e magari Cagliari, se Antonio Conte è ancora quello dei tempi passati, degli anni più belli della sua vita.
Le paure, ecco il peggior nemico per il rush finale- Il pareggio con il Genoa può avere effetti deleteri sull'autostima degli azzurri. C'è il rischio che subentrino timori ed insicurezze. Su questo aspetto dovrà lavorare in settimana Antonio Conte, riprendendo il discorso sul capitoletto precedente. Inoltre, servirà qualche azzurro di forte personalità ed esperienza che prenda la squadra per mano. Il più indicato è Lukaku. Ma anche Mc Tominay e soprattutto Di Lorenzo possono dimostrarsi trascinatori e terapeuti. Senza dimenticare il ruolo di Lele Oriali.In Nazionale aveva giocato da centrale ma in fila per tre. I gravi infortuni di Buongiorno e Juan Jesus sono stati una tragedia, e con uno dei due chissà che non sarebbe andata diversamente. Cert'è che a gennaio serviva un altro difensore, si era trattato Danilo ma Adl aveva perso tempo per risparmiare un paio di milioni da dare alla Juve, e alla fine il brasiliano aveva cambiato idea. No comment.
Casa Inter- Nel pantano di Torino, l'Inter due, infarcita di seconde linee, porta via tre punti che numeri alla mano la tengono ancora in corsa e temibile avversaria per il gruppo Conte. Per i nerazzurri un successo abbastanza facile, il Toro solo a momenti è stato virile e combattivo. L'Inter ha dimostrato di essere la squadra più completa e forte del campionato, grazie agli Dei del calcio la doppia sconfitta con Bologna e Roma ha proiettato gli azzurri in alto. Ma ora la distanza è davvero risicata. Un punto di sole e speranza. Ma il Napoli è ancora padrone del proprio destino.
(Foto fonte Ansa).