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Lunedì, 17 Novembre 2025 09:11

I muscoli fragili di un calcio sempre più debole

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I muscoli del capitano, li canta De Gregori. Quelli dei calciatori in generale, invece, si stirano, si lacerano, si allungano, si danneggiano come prezzo da pagare al calcio moderno: e l’accezione non è affatto positiva. Il fenomeno è globale e anche la Serie A fa i conti da inizio stagione con una vera e propria “strage” di fibre muscolari e .......

legamenti variamente dislocati nei corpi dei calciatori, un terribile bilancio nel quale non contano né la fama dei proprietari di quei muscoli e legamenti né il blasone delle rispettive società di appartenenza: ricchi e poveri, insomma, una sorta di democratica livella, come ci ricordano, in altro campo, gli immortali versi di Totò.

Da De Bruyne ad Anguissa, da Immobile a Skorupski, da Bernabè a Mihaila, da Gosens a Rabiot, da Cabal a Christensen, da Belotti a Suzuki, da Cancellieri a Castellanos a Sanabria a Sergi Roberto e via zoppicando così, tra stampelle, lacrime, tabelle, promesse e rimorsi. Juve, Como, Cagliari, Bologna, Napoli, Torino e tante altre: un testacoda nel quale gli imprevisti si sprecano e stanno intervenendo sui destini delle squadre e su quelli del campionato. Gli allenatori e i loro oramai faraonici staff devono fare i conti con le defezioni improvvise che, in un calendario zeppo come la Salerno-Reggio a ferragosto hanno un peso non indifferente, alterando spesso pronostici e tabelle. Il logorìo non della vita moderna ma del calcio moderno è figlio primogenito del matrimonio del nostro football con la signora di nome avidità, quella che alle necessità tecniche e di preparazione fa anteporre una scandalosa lista: gli incassi delle più disparate e incredibili tournée estive; la totale prostrazione alle esigenze delle televisioni; l’intasamento dei calendari per la moltiplicazione delle manifestazioni; le necessità degli sponsor che organizzano amichevoli nel bel mezzo della stagione; infine Milan-Como di campionato che si giocherà in Australia.
Il risultato è che i calciatori trascorrono oramai più tempo su aerei e treni e bus, oltre che in aeroporti stazioni e alberghi, che in campo ad allenarsi, mentre il fruscìo dei bigliettoni, anzi il ronzìo delle transazioni economiche copre il vecchio rumore degli allenamenti regolari: il suono del pallone toccato velocemente durante il torello, quelli dei coni di plastica centrati dalla palla, quello particolare creato dal gruppo che fa i giri di campo: tutte sensazioni che, lungi dall’essere solo fragili ricordi di epoche lontane (e in parte lo sono, confessiamolo, come l’odore dell’erba o dell’olio per i massaggi) sono la testimonianza di una programmazione seria che non aveva calendari zeppi di impegni e offriva ai calciatori il recupero che ogni attività fisica deve garantire per la migliore efficienza fisica.
Ci sarà qualcuno che, più o meno a breve, vorrà e saprà sottrarsi alla tirannia del bilancio da incrementare a ogni costo? Quando si comprenderà che, a fronte di una trasferta estiva dall’altra parte del mondo per un’amichevole lussuosa e fruttuosa, bisogna mettere in conto il prevedibile e potenziale aumento degli infortuni muscolari e dunque la possibile compromissione di un’intera stagione? Domande che restano testardamente senza risposte, anche perché tutte le componenti del calcio moderno è come se facessero a gara a non vedere e non capire: poi tutto d’un tratto si scopre – almeno così pare adesso - che la preparazione fisica della Fiorentina era stata impostata senza arrivare alla soglia della fatica, così che la Viola puntualmente appassiva dopo più o meno l’ora di gioco; e sempre tutto d’un tratto si scopre – almeno così pare adesso - che molti allenatori non si orientano benissimo alle prese con gli impegni infrasettimanali e i calendari intasati. Tutti ora a sgranare gli occhi e a mostrarsi sorpresi, ma tutti rigidamente e ostinatamente sordi davanti ai campanelli d’allarme.

Insomma: la nostra Serie A, all’affannosa rincorsa dei livelli economici di Premier, Liga e Bundesliga, sbagliando ricetta continua solo a mostrare i muscoli, ma non si accorge di averli tremendamente fragili.

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Mario Passaretti

Nato a Torre del Greco il 28/05/1979, diplomato in maturità classica. Giornalista da giugno 2015 e direttore del sito www.ilcuoreazzurro.it dal 2022. Collaboratore del giornale "Il Roma"