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Giovedì, 23 Ottobre 2025 20:46

Contro corrente su Milan-Fiorentina:quando il gioco si fa duro, gli scorretti scendono in campo..

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Le grandi domande dell’esistenza: chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo? E soprattutto: perché nel calcio i crampi vengono nel finale di gara solo ai calciatori della squadra che sta vincendo? E sempre nel finale di gara, perché il portiere della squadra che vince, dopo aver bloccato un pallone innocuo si tuffa plasticamente e resta a terra per una buona dose di secondi? E perché......

gli allenatori che stanno vincendo, fanno una sostituzione anche al quarto di cinque minuti di recupero? Le domande sono “grandi”, appunto, ma la risposta, beh, è abbastanza semplice: manfrina, perdita di tempo, scorrettezza, scarsa sportività, in una parola: slealtà.
La slealtà ci porta dritti all’altra sciagura del calcio (soprattutto italiano): la simulazione, seconda per gravità forse solo allo sputo verso un avversario. C’è un esempio fresco fresco, croccante come pane appena sfornato: il messicano Gimenez. Domenica scorsa durante Milan-Fiorentina, in area viola è stato appena sfiorato al volto – forse neanche quello – da Parisi ed è caduto come colpito da un cecchino, manco fosse un palestinese a Gaza. E come se non bastasse, i sanitari rossoneri entrati in campo per soccorrerlo, gli hanno applicato la borsa del ghiaccio a destra sul volto, mentre il (presunto) colpo era avvenuto a sinistra. Primo risultato: rigore per il Milan. Secondo risultato: premiata la slealtà. Terzo risultato: che fine abbiamo fatto.
E già, quelli più vecchi (o meno giovani, se vi fa più piacere) sono cresciuti con gli attaccanti lanciati a rete che saltavano elegantemente il portiere in uscita, pensate un po’ se possono mai concepire quelli che sul portiere in presa bassa che non può certo smaterializzarsi strusciano di proposito la gamba per chiedere e ottenere il rigore. Ma gli esempi sarebbero mille e più di mille, con l’aggravante che certi trucchi sleali e sporchi si insegnano e si impongono ai ragazzini delle scuole calcio, salvo poi fare appelli, giuramenti durante i tornei e dedicare giornate ai valori dello sport, quali però non si sa. È talmente ormai genetico, questo tipo di comportamento, che in certi casi si arriva al ridicolo senza neanche accorgersene: calciatori che stanno perdendo eppure per deformazione mentale allontanano comunque il pallone in caso di punizione per gli avversari, che sono quelli più interessati a far trascorrere i secondi: e poi quelli che mentre stanno cadendo già chiedono il giallo o il rosso per l’avversario; gli allenatori che si sbracciano per indicare ai propri calciatori in possesso palla di andarsi a chiudere nell’area di angolo; o quelli che, memori del calcio di un tempo, sostituiscono il giocatore più lontano dalla panchina per guadagnare qualche misero secondo. Poi si va in Europa e piovono i rossi per certi tipi di comportamenti, e ci si stupisce pure.

Rimedi? Qualcosa si potrebbe fare, volendo: prova tivù e lunga, lunghissima squalifica a chi simula; divieto per la squadra che vince di fare sostituzioni negli ultimi cinque minuti e nel recupero (salvo infortuni palesi); cartellino giallo o rosso per chi li chiede a danno dell’avversario; e se proprio ci fosse più coraggio e reale volontà di debellare il fenomeno: subito rigore contro la squadra del calciatore che simula un fallo nell’area avversaria. Ma figuriamoci: vuoi mettere quanto è bello vincere con una scorrettezza o fregando l’arbitro o simulando o cascando a comando o ingannando tutti. Come dite? La furbizia è più forte di tutto? Sicuramente più della vergogna.

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Gigi Amati

Gigi Amati, napoletano classe 1960, giornalista professionista, segue il calcio ed è appassionato di filosofia, cinema e letteratura.
Ha iniziato al Giornale di Napoli a fine anni '80, poi collaborazioni con quotidiani nazionali, una parentesi al Roma e quindi l'incarico di addetto stampa del Napoli calcio. Finita l'esperienza nella comunicazione sportiva, è iniziata la lunga stagione salernitana con oltre vent'anni al quotidiano La Città e un anno al Quotidiano del Sud. Attualmente è freelance: collabora al Roma con una rubrica settimanale di satira calcistica ed è spesso ospite di trasmissioni televisive su emittenti locali. È anche consigliere regionale dell'Ussi, il sindacato giornalisti sportivi.